700 abitanti, 120 sono rifugiati

27.02.2023

Camini

Al tempo dell'antica Grecia la solidarietà verso gli stranieri era definita "Filoxenia, ed era un vero e proprio dovere, al punto tale che lo stesso Zeus era detto Xenios, ovvero patrono degli ospiti e dei mendicanti.

Chi non accoglieva con i giusti onori lo straniero rischiava di macchiarsi di "hybris", ovvero di tracotanza ed empietà. Non è a caso che questo principio fosse molto consolidato in Grecia , territorio frammentato in diverse isole e bagnato dal Mar Egeo, particolarmente tempestoso, in cui i naufragi e le richieste di ospitalità erano frequenti. 

Per quelli che pensano "ecco ho trovato un argomento per rispondere a chi non vuole gli sbarchi", beh?! La verità è che dopo l'accoglienza, alimentazione e primi soccorsi, gli accolti, potevano essere rispediti  o accompagnati (come il caso di Ulisse nell'Odissea) nella loro terra di origine, o adeguarsi alle leggi e agli usi locali, in ogni caso non potevano aver mentito e fatto danno come fece Paride a casa di Menelao rubandogli la moglie, che terminò nella guerra di Troia, una delle più sanguinose guerre della storia antica.

La Filoxenia, allora è un dovere di amicizia e accoglienza, ed è il nome di un progetto realizzato a Camini nella Locride, nella città metropolitana di Reggio Calabria dove su 700 abitanti 120 sono rifugiati, provenienti da una ventina di nazioni.

Ed è li che per cinque giorni l'artista australiana Virginia Ryan ha tenuto un laboratorio artistico.

"Dall'integrazione all'interazione", questo il titolo del progetto, portato avanti dalla Cooperativa Jungi Mundu, e nel quale sono coinvolte anche l'Unical e l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

Fonti: Skuola.net, Rainews, Parconditio