Adesso attaccano l'Inno di Mameli
Forse a me quello che è piaciuto di più durante le Olimpiadi è stata l'esecuzione dell'Inno Italiano, cantato e applaudito anche dagli avversari e dal pubblico francese, oltre alla bella figura dei nostri atleti e alle meravigliose divise firmate Armani e che riportavano in lettere cubitali il nome ITALIA.

Dopo i successi alle olimpiadi con la ripetizione del nostro inno per ben 12 volte, però come sempre, ecco un articolo di Repubblica contro il fatto che l'Inno di Mameli debba essere insegnato, indicandolo come AUTORITARISMO, anzi secondo loro dovrebbe essere modificato.
Mi rifaccio a una frase dei collegi di RadioRadio "L'inno di un Paese rappresenta la sua comunità, il suo sentire comune. Ogni Nazione ha il proprio il canto, testi nati dai momenti storici fondamentali. Apprendere le parole dell'inno significa entrare in sintonia con l'essenza profonda, l'anima del Paese stesso. Nella logica della cultura Woke e della cancel culture, tali dinamiche sono interpretate in maniera completamente opposta. In un recente articolo apparso su Repubblica, l'insegnamento dell'Inno di Mameli viene duramente criticato in quanto considerato una conoscenza superflua se non addirittura dannosa in quanto lontano dal sentire odierno, ad esempio le tematiche della parità di genere, ma soprattutto in quanto frutto di una forma di patriottismo nazionalistico pericoloso".In realtà ci potrebbero essere quelli che vedono nel risorgimento, e quindi compreso l'Inno di Mameli, un periodo di genuflessione ad altri paesi quali Francia e Gran Bretagna, altri che non vedono Garibaldi e i personaggi risorgimentali come eroi, ma bensì come distruttori di aree come il Regno delle due Sicilie, iniziando l'emarginazione del sud.
Ma volerlo modificare con la scusa che lo vogliono frange estremiste e gruppi LGBT mi sembra un po troppo.
Il problema è che le notizie non vengono riportate semplicemente come tali, con opinioni moderate, ma con opinioni e considerazioni dettate da prese di posizione dei colleghi o editori prezzolati dai potenti di turno, solo per distruggere e non sicuramente per costruire.
Così la notizia non è più notizia, ma semplice propaganda ... e i cervelli si spengono!
Cosa ne pensate, l'Inno e di tutti noi?
Andrea Ruggeri
Ps...
Il Canto degli Italiani, conosciuto anche come Fratelli d'Italia, Inno di Mameli, Canto nazionale o Inno d'Italia, è un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847, inno nazionale della Repubblica Italiana. Il testo si compone di sei strofe e un ritornello, che si alterna alle stesse; l'inno è musicato in tempo di 4/4 nella tonalità di si bemolle maggiore. La sesta strofa riprende, con poche variazioni, il testo della prima.
Il canto fu molto popolare durante il Risorgimento e nei decenni seguenti, sebbene dopo l'unità d'Italia (1861) come inno del Regno d'Italia fosse stata scelta la Marcia reale, brano ufficiale di Casa Savoia. Il Canto degli Italiani era infatti considerato inadatto alla situazione politica dell'epoca: Fratelli d'Italia, di chiara connotazione repubblicana e giacobina, mal si conciliava con l'esito del Risorgimento, che fu di stampo monarchico.
Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia diventò una repubblica e il Canto degli Italiani fu scelto, il 12 ottobre 1946, come inno nazionale provvisorio, ruolo che ha conservato anche in seguito rimanendo inno de facto della Repubblica Italiana. Nei decenni si sono susseguite varie iniziative parlamentari per renderlo inno nazionale ufficiale, fino a giungere alla legge nº 181 del 4 dicembre 2017, che ha dato al Canto degli Italiani lo status di inno nazionale de iure.