Alfio Torrisi nuovo allenatore della Reggina: tra velocità, scelte e memorie recenti

21.10.2025

Nuovo allenatore alla Reggina. Sperando che riesca a migliorare la prestazione della squadra, resta da capire con quanta rapidità la società abbia scelto e portato avanti questa nuova soluzione.

Alfio Torrisi è il nuovo tecnico amaranto, e prenderà il posto di Bruno Trocini.

"AS Reggina 1914 comunica di aver conferito l'incarico di allenatore della prima squadra al Sig. Alfio Torrisi, che assume la guida tecnica del club fino al 30/06/26 con opzione di rinnovo" — si legge nella nota ufficiale del club.
"Il nuovo allenatore sarà presentato ufficialmente alla stampa venerdì 24 ottobre, alle ore 16, presso la Sala 'Nakamura' del Centro Sportivo Sant'Agata."

Una scelta rapida, forse necessaria, ma che inevitabilmente porta con sé domande e confronti. Altri tecnici si sarebbero proposti — anche o quasi gratuitamente — pur di occupare quella panchina che, per chi ama la Reggina, resta un sogno e un onore.
Ma il difficile, oggi, è far capire che per qualcuno conta più l'appartenenza che i curricoli. Anche se poi, a pensarci bene, un Tedesco, cresciuto alla Reggina e già allenatore del Palermo, quel curriculum e quell'amore per l'amaranto li porta dentro da sempre.

Nato il 26 gennaio 1982, Torrisi si è distinto negli ultimi anni per un percorso di crescita costante. Dopo le prime esperienze sulle panchine di Nicolosi, Massiminia, Trecastagni e Sant'Antonio — dove ha mostrato capacità gestionali e attenzione ai giovani — ha guidato il Paternò in Serie D, conducendo una stagione di alto profilo. Da lì la chiamata del Trapani Calcio, con cui ha conquistato i playoff al primo anno, vincendo la competizione, e la promozione diretta in Serie C nella stagione successiva.

Una "brillante cavalcata sportiva", come recita la nota della Reggina. Curioso però che proprio oggi la società dello Stretto usi quella stessa espressione riferita al Trapani, club con cui due anni fa — e ancora l'anno scorso, con il Siracusa — non mancarono tensioni e polemiche. Allora la tifoseria reggina fu spesso schierata contro il Trapani e contro il presidente Antonini.

Oggi, con il nuovo mister alla guida, si volta pagina. Ma a Reggio, come sempre, la memoria dei tifosi è lunga, e la passione non conosce mezze misure.
Qui il calcio non è solo sport: è sangue, appartenenza, radice. È la voce del nonno che racconta la Reggina degli anni '60, e quella del bambino che indossa la maglia amaranto per la prima volta.
Perché alla fine, chi nasce o vive accanto a questo mare lo sa bene: la Reggina non si tifa, si appartiene.

Adesso tocca a Torrisi capire e vivere quella differenza. Il campo parlerà, ma la città — quella vera, che ama e soffre in silenzio — aspetta di tornare a credere.

Djàvlon