Arriva la parità nel calcio, ma nel razzismo

26.12.2024

Un argomento che forse non ci eravamo posti, ma che in Brasile è diventato caso di polizia e questo può sconfinare anche qui da noi … e allora?

Che il calcio non fosse uno sport per signorine, lo si sapeva, ma che il sessismo anche tra le stesse giocatrici, potesse sfociare in razzismo, beh?!! Questo lo scopriamo strada facendo, il sessismo nel calcio viene ammortizzato, ma purtroppo solo nella questione razzismo e nelle giuste e dure punizioni.

Il fatto

E noi che pensavamo di aver trovato una boccata d'aria fresca nel calcio femminile, un rifugio da quelle vecchie dinamiche tossiche del mondo maschile. Ma a quanto pare, il pallone rotola anche tra le donne con la stessa brutalità e arroganza di sempre. La recente finale del torneo Brasil Ladies Cup tra Gremio e River Plate ha svelato un lato inaspettato del football femminile: la rivalità e il razzismo non conoscono genere.

In quell'incontro, l'episodio che ha fatto scalpore è avvenuto quando la giocatrice Gisele Silva do Vale, centrocampista brasiliana, ha ostentato lo scudetto cucito al petto, come un trofeo, sfidando le rivali argentine. La reazione? Un caos imprevisto, che ha visto le giocatrici del River Plate lanciarsi in insulti razzisti, mentre perseguitavano un raccattapalle con commenti sprezzanti tipo "scimmia". L'arbitro, dopo minuti di confusione e aggressioni varie, esasperato, ha dovuto espellere sei giocatrici del River, ponendo fine a una partita che si era trasformata in una corrida.

La storia

Ma ciò che stupisce è che questo non è solo un episodio isolato. È l'evidenza di un problema culturale profondo e radicato sia in Brasile che in Argentina, dove la rivalità calcistica mescola pregiudizi etnici. Il razzismo in Brasile è un tema complesso (i reati sono trattati con estrema severità) alimentato da una storia di schiavitù secolare (oltre 300 anni) e dalla mancanza di politiche efficaci per l'integrazione della popolazione nera, abbandonati dopo l'abolizione in nei "quilombos" (comunità e vere e proprie città prima formate da schiavi fuggiti dai padroni e poi dai neri liberati dall'abolizione della schiavitù). È un'eredità che si manifesta non solo nelle relazioni quotidiane, ma anche all'interno dello sport, dove la competizione si fa acuta e i confini tra passione e aggressività diventano labili.

Il razzismo

Il razzismo non è solo un fenomeno visibile; è un serpentone che striscia silenzioso sotto la superficie di una negazione un falso buonismo, spesso alimentato da dinamiche di genere. Le donne possono essere complici di questi pregiudizi, talvolta influenzate da stereotipi sociali che ruotano attorno alla sessualità. L'uomo bianco che frequenta una donna nera incarnava una sorta di potere, mentre il contrario sembrava segnare una caduta sociale.

Lotta contro il razzismo

Così, mentre ci illudevamo che il calcio femminile rappresentasse un'oasi di rispetto e solidarietà, la realtà ci riporta bruscamente al presente: il razzismo è endemico, e colpisce trasversalmente. Questo ci costringe a fare i conti con la verità che, come nel peggior dei casi, il razzismo può manifestarsi anche in chi ha lottato per conquistare un diritto fondamentale: la dignità. La partita contro il razzismo è aperta, e il calcio, in ogni sua forma, deve affrontarla con determinazione.

In Brasile quattro giocatrici del River restano anche per Natale, e chissà quanto tempo ancora, in carcere a San Paolo, accusate di comportamento razzista. Il River intanto è stato eliminato dal torneo e sospeso per due anni, queste si, a mio giudizio sono decisioni corrette per eliminare questa vergogna non solo dal calcio, ma da tutta la società.

Andrea Ruggeri