Ballata di Natale, o Pace e Guerra?
"Prendo spunto da un evento che avverrà domani a Reggio Calabria. Mercoledì 18 dicembre 2024, alle ore 17:30, presso la Sala Conferenze San Giorgio della Chiesa degli Artisti, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, in collaborazione con la stessa chiesa, promuove la conferenza 'A Christmas Carol (Ballata di Natale)' di Charles Dickens. L'incontro si inserisce nel ciclo dedicato alla letteratura di lingua inglese e in prossimità delle festività natalizie.

Dopo i saluti di don Antonio Cannizzaro, parroco di San Giorgio al Corso, e di Loreley Rosita Borruto, presidente del CIS Calabria, introdurrà la manifestazione Maria Quattrone, già dirigente scolastico del Liceo Classico 'T. Campanella' di Reggio Calabria. Relazionerà, con il supporto di slide, la professoressa Silvana Comi, docente di Lingua e Letteratura Inglese.
"A Christmas Carol" è una novella di Charles Dickens che racconta la storia di Ebenezer Scrooge, un vecchio avaro e misantropo che disprezza il Natale e tutto ciò che esso rappresenta. Durante la notte di Natale, Scrooge viene visitato da spiriti che lo conducono attraverso momenti della sua infanzia e giovinezza, ricordi di tempi in cui era felice e meno avaro. Vede anche come, nonostante la povertà, molte persone celebrano il Natale con gioia e serenità. Uno degli eventi più toccanti è la visione della sua morte: Scrooge si vede solo, odiato e dimenticato da tutti. Questo lo porta a una profonda riflessione e al desiderio di cambiare. La mattina di Natale, Scrooge si risveglia trasformato: decide di essere generoso, vicino agli altri e di vivere una vita dedicata al bene.
Il personaggio di Scrooge ha ispirato, negli anni, numerosi adattamenti cinematografici e anche figure iconiche come Paperon de' Paperoni, l'avaro milionario e banchiere di paperopoli. Scrooge rappresenta quelle persone che per 364 giorni compiono azioni egoistiche, salvo poi redimersi il giorno di Natale.
Ma il dibattito che si apre è questo: il perdono è giusto concederlo a chi ha fatto del male, oppure il vero valore sta in chi sceglie di compiere il bene per 365 giorni l'anno? Qual è il messaggio morale che dobbiamo trarre? Possiamo davvero perdonare un uomo avaro, misantropo, ossessionato dal potere e dalla ricchezza, disposto a tutto pur di ottenere ciò che vuole, solo perché ha paura della solitudine e del disprezzo altrui?

In questo contesto, molti mi hanno chiesto: chi rappresenta oggi questa immagine? La risposta che ho ricevuto da diverse persone è Benjamin Netanyahu, il Primo Ministro di Israele, che da oltre 460 giorni sta causando la morte di decine di migliaia di persone – bambini, donne e uomini innocenti – lasciandoli alla fame e invadendo territori come Gaza, Cis Giordania, Libano e Siria, con il solo scopo di occupare terre e costruire una "grande nazione".
Davvero possiamo parlare di perdono per una simile figura? E in quale Natale finirà questo massacro? Quale sarà il prossimo paese da invadere, la prossima terra da annettere?
Se oggi vogliamo riflettere veramente sul significato del Natale, dobbiamo essere chiari e realisti: nel giorno della nascita di Gesù Cristo, non possiamo più accettare l'uccisione di bambini indifesi, come fece Erode. Non possiamo più accettare bombardamenti su popolazioni innocenti. Non possiamo più tollerare tanta avidità, tanta ricerca del potere a scapito degli altri.
La vera morale positiva deve essere questa: tradurre la nostra riflessione in azione concreta. Raccogliamo milioni di firme contro la guerra, da consegnare ai nostri governanti. Scegliamo di eleggere chi è davvero contro tutto questo, chi promuove la pace e il rispetto della vita umana. Altrimenti, ci limiteremo a parlare di valori belli, ma vuoti, parole che non portano ad alcun cambiamento reale."
Djàvlon