Bandecchi, rutta pi rutta rumpimula tutta
Finalmente posso scrivere su Stefano Bandecchi che lascia l'incarico a Terni dopo la formalizzazione delle dimissioni da sindaco.
Forse, uno dei pochi atti da uomini veri visto nella politica negli ultimi anni.
Dimissioni formalizzate e protocollate alle 12.36 di venerdì, ma perché?
I partiti tradizionali… o non hanno capito quest'uomo, o sono così spaventati dalla sua sicurezza, che rivedono in Lui un altro Berlusconi, più deciso a tagliare la testa al serpente, come dice lo stesso Bandecchi, si..., forse più grezzo..., ma più vero.
Ecco perché a Reggio ha visto in Massimo Ripepi il suo coordinatore regionale, perché anche quest'ultimo, ha il vizio di dire sempre quello che pensa, senza se e senza ma.
Bisogna analizzare bene i gesti e le parole, oppure scivoleremo sulla buccia di banana, con maestria politica, posta davanti a noi dai suoi avversari, con discorsi tipo "dopo pochi mesi lascia, non è serio" oppure "con quel linguaggio non lo vuole nessuno", ma Stefano Bandecchi non è stato dimesso, lo ha fatto Lui, e le idee le ha chiare e lo dice pure a un collega del giornale UmbroON, alla domanda se un passo indietro era possibile?
«Se dobbiamo fare un partito-fotocopia delle schifezze viste negli ultimi trent'anni in Italia, meglio mollare. Una volta Silvio Berlusconi, parlando con lui, mi disse che si rammaricava di non aver 'tagliato la testa al serpente' le prime volte che aveva capito che le cose in Forza Italia non funzionavano. Era dispiaciuto di aver perso appeal per colpa di alcune persone che gli stavano intorno. Vogliamo fare un partito che sia concorrenziale con gli altri? Bene, su 8 ore al giorno, quanto tempo vogliamo dedicare alle guerre interne? Io direi 2 minuti, non 5 ore. Quando un partito diventa un ritrovo di gente che punta solo a tenersi stretta la sua sedia, si capisce perché l'Italia sia passata da essere la quarta potenza industriale mondiale, a quasi nulla»,
Adesso sinceramente come dargli torto? Come si dice a Reggio? A cìra squagghia e u santu non camina (nonostante passi il tempo le cose rimangono invariate, anzi peggiorano), quindi ci vogliono uomini come Bandecchi e Ripepi perché sono veri e "Cu nasci tundu non mori quatratu".
Stefano Bandecchi se non può governare, ha concluso il suo mandato e lo dice chiaro "ci sono persone, che non hanno capito cosa vuol dire costruire qualcosa di nuovo, un futuro diverso. Perché noi non siamo né il Pd né Fratelli d'Italia, ma un partito del tutto nuovo. E qualcuno non lo ha proprio capito, peggio per loro".
Possiamo non condividere i modi, ma quando non hai più l'appoggio dei tuoi "devi lasciare la poltrona".
Se non abbiamo politici veri e sinceri al comando delle istituzioni, a che ci servono i bei modi? A prenderci in giro con classe?
Oggi, i rappresentanti eletti, sono diventati più politicamente corretti, ma anche più poveri di idee, non possiamo paragonarli a un Berlinguer, un Almirante o un Andreotti, a confronto sono figghiòli e cu si cùrca chi figghiòli mbrìsci cacàtu e pisciàtu.
Andrea Ruggeri