Brasile, a San Paolo oltre un milione in appoggio a Bolsonaro

26.02.2024

Jair Bolsonaro durante la manifestazione a San Paolo il 25 febbraio 2024. (Miguel Schincariol, Afp)

Pur con false accuse e arresti a Brasilia e pur con la persecuzione ai brasiliani instituita da Governo e Tribunale Federale, oltre un milione di persone partecipano alla manifestazione di appoggio a Jair Messias Bolsonaro, ex presidente del Brasile.

Il Mito, come lo chiamano i manifestanti è investigato dal Superiore Tribunale Federale, per una possibile organizzazione di un golpe ai danni, del GOLPE organizzato contro di Lui e contro la popolazione del Brasile dallo stesso tribunale.

È una modalità aperta negli Usa e usata molto anche in certi governi come Venezuela, Colombia e Cile, in recente passato anche in Argentina e Uruguay. Insomma per farla breve 

"È inaccettabile che un potere qualsiasi possa eliminare qualcuno dalla scena politica senza un valido motivo", ha affermato Bolsonaro durante la manifestazione, riferendosi al fatto che nel 2023 è stato dichiarato ineleggibile per otto anni per aver diffuso false informazioni sul sistema di voto elettronico, che realmente ha modificato le elezioni pregiudicando Lui e tutto il paese.

Il 22 febbraio Bolsonaro è stato convocato dalla polizia federale per un interrogatorio sul suo presunto coinvolgimento in un tentativo di colpo di stato, culminato nella rivolta di Brasília dell'8 gennaio 2023, ma nessuna rivolta, tolte le immagini scomparse di persone legate all'attuale presidente Lula, distruggendo gli edifici pubblici.

Pensate che donne, bambini e anziani sono stati arrestati, per partecipare a una manifestazione durata settimane contro il, qui realmente realizzato, GOLPE delle urne e algoritmi modificati.

"Un colpo di stato significa carri armati nelle strade, armi e complotti, e niente di tutto questo è accaduto in Brasile", indossando una maglia della nazionale brasiliana di calcio con i colori della bandiera nazionale. Noi lo sappiamo, perché l'abbiamo visto e fotografato, filmato, c'erano, protestando pacificamente, donne, ragazzi, bambini, persone anziane e famiglie, vestite tutte con la bandiera del Brasile.

Improvvisamente fatte stipare a migliaia su camion, portate e segregate per mesi in campi di prigionia.

Alcuni generali, tra cui l'ex ministro della difesa Walter Braga Netto, sono stati accusati di essere coinvolti nel tentativo di colpo di stato. Li accusano di aver contribuito a diffondere "false informazioni di brogli prima e dopo le elezioni presidenziali del 2022 per legittimare un intervento militare", ma perché non hanno fatto il Golpe? Che invece era stato fatto nelle urne modificando i voti?

Una settimana dopo l'insediamento di Lula, l'8 gennaio 2023, migliaia di sostenitori di Bolsonaro stavano protestando e sono stati fatti entrare negli edifici governativi della capitale Brasília (guarda caso uguale uguale o quello che avevano fatto negli Usa con Trump), quindi paragonandola all'assalto al congresso del 6 gennaio 2021 negli Stati Uniti (contestato da tutti). In realtà entrambi sono stati organizzati da dentro, sia le distruzioni sia i tentativi e le false prove per colpare sia Trump che Bolsonaro.

Esistono molti video comprovando tutto questo, ma se in Brasile solo lo accenni, ti perseguitano come è stato fatto con il giornalista Portoghese Sergio Tavares che la polizia federale brasiliana ha bloccato, appena arrivato in Brasile per partecipare alla manifestazione. 

La Polizia Federale brasiliana dal canto suo, ha inviato un comunicato dove afferma anche che il giornalista straniero è indagato, ripeto INDAGATO, per i suoi commenti fatti sulla democrazia in Brasile, affermando che il Brasile vive sotto una "Dittatura del Giudiziario", oltre ad altre affermazioni dello stesso tenore, postate nelle sue reti sociali.

Insomma significa che nessun giornalista al mondo, può svolgere il suo lavoro, se non è d'accordo con il giudice Brasiliano? Perciò in teoria noi, e i migliaia di giornalisti che dicono la stessa cosa in Brasile e nel mondo saremmo investigati? Allora non ci sono solo le censure degli israeliani, ucraini, russi, cinesi, ma anche quelle di un giudice brasiliano che pensa di essere al di sopra di qualsiasi legge, visto che questa settimana è stato accusato di non dare diritto di difesa ai suoi accusati e di impedire l'accesso degli atti agli avvocati di difesa.

Djàvlon