Cosa hanno trovato a Riace?

19.10.2023

Ormai sono 50 anni dal ritrovamento a Riace dei Bronzi, nel 1972, che ci domandiamo dove siano finiti gli scudi, le lance e gli elmi dei due Bronzi? Di cui esistono foto e testimonianze, ma per colpa del disorganizzato annuncio e recupero, compresa la denuncia alle autorità sono scoparsi letteralmente, sembra assieme ad una terza statua.

Sembra vogliano dire; "Ma che cavolo avete trovato?"
Sembra vogliano dire; "Ma che cavolo avete trovato?"

Esistono storie più o meno fantastiche che legano la loro scomparsa al J. Paul Getty Museum, compreso il rapimento di Paul Getty III stranamente pochi mesi dopo il ritrovamento, con malelingue (forse non tanto male), informando che i Getty non avevano pagato qualcosa alla 'Ndrangheta, cosa poteva essere? 'nduja, arancini, bergamotto o qualche scudo o lancia o addirittura una statua?

I Getty non sono facili ai pagamenti Jean Paul Getty durante il rapimento del nipote inizialmente si rifiutò di trattare con i sequestratori: "ho 14 nipoti, se pagassi anche un solo centesimo li rapirebbero tutti", diceva confermando la sua fama di uomo irremovibile, calcolatore e avaro, un vero Paperon de Paperoni.

Poi diede i soldi, ma se li fece restituire dal figlio. Perché? Usanza locale o qualcuno era responsabile per quel rapimento?

Per la maggior parte queste sono solo storie e le investigazioni dei Carabinieri, e di colleghi giornalisti e programmi televisivi come le Iene e altri da tutto il mondo, sulla scomparsa di questi oggetti ... continuano senza risposta.

Dai fondali di Riace Marina le risposte non possono venire, dopo 50 anni, non resta che sperare che qualcuno in grado di poter testimoniare come siano andati davvero i fatti in quel giorno del lontano 1972, parli, anche se fosse in fin di vita.

Nella denuncia ufficiale depositata il 17 agosto 1972 con Protocollo n. 2232 presso la Soprintendenza alle antichità della Calabria a Reggio, Stefano Mariottini: «...dichiara di aver trovato il giorno 16 c.m. durante una immersione subacquea a scopo di pesca, in località Riace ......" e sul lato sinistro di questa denuncia ufficiale, tutta battuta a macchina, c'è un appunto scritto a mano, di colore rosso, a firma Giuseppe Foti (soprintendente scomparso poco prima dell'arrivo dei Bronzi a Reggio di Calabria): «La presente segnalazione fa seguito alla comunicazione telefonica del 16 agosto 1972, ricevuta alle ore 21 che denunziava la scoperta», ma in realtà alcuni ragazzi comunicarono l'avvistamento prima del Mariottini.

La disorganizzazione e le dichiarazioni in ritardo dell'epoca tornano a farsi sentire in questi giorni, e le domande riecheggiano?

Infatti il Comune di Riace invia una nota:

"Alla luce di recenti e rilevanti rinvenimenti fortuiti nel tratto di mare in località Agranci/Porto Forticchio – sita in Riace Marina – che portano nuove, importanti informazioni relative al contesto archeologico di provenienza delle due famose statue del V sec. a.C. ritrovate nell'agosto del 1972, invitiamo la S.V. a partecipare sabato 21 ottobre p.v. – con inizio alle ore 11:00 presso l'Hotel Federica di Marina di Riace (Via Nazionale, 160) – alla conferenza stampa nel corso della quale saranno presentati gli stessi".

Ecco non è la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia a comunicare le scoperte, ma come ci dice un comunicato stampa diffuso dal Comune di Riace e pubblicato anche sulla pagina Facebook del sindaco Antonio Trifoli. Seguiranno aggiornamenti, dopo la conferenza stampa, che vedrà come relatori Giuseppe Braghò (giornalista investigativo freelance e scrittore), Francesco Laratta (Archeologo subacqueo), Antonio Arcudi (Archeologo).

Quindi come al tempo del ritrovamento dei Bronzi, o anzi peggio, i rinvenimenti fortuiti, escono fuori in una conferenza stampa, tutto in gran segreto, prima, a noi giornalisti ne parlano solo dopo. Nei posti di ritrovamento non ci vogliono, perché? Bastava dire pubblicate solo dopo che avremo analizzato tutta l'area, ma per quello che ne so io, la maggior parte degli archeologi e professori non ne eranoa conoscenza.

Niente sovrintendenza? Niente Carabinieri? Niente giornalisti?

Andremo ad ascoltare, è nostro dovere pubblicare, ma ormai da tempo non ci informano al momento, forse per una forma di rispetto? Forse perché il ritrovamento non è così importante? Oppure perché troppi occhi vedono troppe cose? E di fonti VERE i nostri giornali e TV non ne vogliono proprio sapere.

Andrea Ruggeri

Ps... La prima regola dell'archeologia subacquea e non recita: "non toccare e non rimuovere nessun oggetto a meno che non si trovi in una situazione di immediato pericolo". Questo metodo di approccio deriva dalla necessità di non compromettere le informazioni scientifiche che è possibile ottenere da un reperto archeologico.

Allora cosa rimane da fare a noi che abbiamo la fortuna di imbatterci in un oggetto che supponiamo avere un interesse archeologico? Il nostro compito è quello di segnalare il ritrovamento ed è un compito che al giorno d'oggi ha un'importanza fondamentale nella ricostruzione del nostro patrimonio sommerso. Per farlo, dobbiamo seguire alcune semplici regole:

  1. prendere il punto: se possibile con GPS, fissando un pedagno e prendendo delle mire a terra;
  2. documentare il reperto: scattando delle fotografie dell'oggetto da vicino e altre più ampie che riprendano il contesto di ritrovamento e disegnando una bozza su una lavagnetta se a portata di mano;
  3. chiamare le forze dell'ordine: appena usciti dall'acqua o al massimo entro 24h dal ritrovamento;
  4. Chiamare la Sovrintendenza.
  5. Comunicare ai giornalisti.

A questo punto? A questo punto non ci resta altro che lasciare il reperto nelle mani di specialisti che opereranno con la massimo cura. Buona norma prevede che lo scopritore venga tenuto informato sulle sorti dell'oggetto. Non tutti sanno inoltre che dopo la segnalazione, è possibile chiedere un premio di rinvenimento non superiore a 1/4 del valore dell'oggetto stesso.