Cosa succede in Africa?

06.05.2025

L'Africa si solleva per Traoré, l'Italia tace.
Il 30 aprile 2025 migliaia di persone sono scese in piazza in tutta l'Africa e in diverse città europee e mondiali per sostenere Ibrahim Traoré, presidente del Burkina Faso, simbolo di resistenza contro il neocolonialismo francese e occidentale.
Ma in Italia? Silenzio tombale. Nessun telegiornale, nessun quotidiano, nessun accenno.


Sembra che l'Africa e il Burkina Faso non esistano, o non contino abbastanza per meritare uno spazio nel flusso informativo di un Paese che si definisce democratico. Ma ciò che davvero preoccupa è l'assordante assenza della stampa italiana. O, peggio, la sua complicità nel nascondere ciò che davvero accade nel mondo. È la paura, o forse la volontà deliberata, di certi media di non raccontare le verità scomode.

Non sorprende allora che l'Italia sia scesa dal 46° al 49° posto nella classifica mondiale sulla libertà di stampa. Ma la vera notizia è un'altra: i cittadini italiani sono trattati come minori sotto tutela

A loro non si racconta, si filtra, si edulcora, si distrae.

Un colossale blackout informativo avvolge eventi di portata storica. Sulla situazione in Perù o in Brasile, ad esempio, da oltre un anno non si scrive una riga, non si pronuncia una parola. Intanto, sui canali nazionali, ci si vanta pomposamente della nostra libertà e democrazia: parole vuote, buone solo per la propaganda da talk show.

E così accade che a raccontare ciò che i grandi gruppi editoriali ignorano debba essere un piccolo settimanale come il nostro, mentre testate con redazioni e budget milionari si limitano a rigurgitare notizie sterili, già digerite, innocue.
Dove sono l'ANSA, i grandi quotidiani, i settimanali di approfondimento? Persi in fiumi di banalità, di gossip travestiti da notizie, mentre il mondo brucia e cambia davanti ai nostri occhi.

Nessun titolo in prima pagina, né in seconda, né in ultima, per un giovane capitano, Ibrahim Traoré, poco convenzionale, che non si è inginocchiato e che, dalla sua elezione, ha espulso le truppe francesi, nazionalizzato miniere d'oro strategiche, creato una raffineria nazionale, rilanciato l'agricoltura distribuendo 400 trattori, 240 motocoltivatori, 700 pompe e attrezzature, facendo impennare la raccolta di miglio, riso, cotone e pomodori.
Ha diminuito del 30% lo stipendio dei ministri e aumentato del 50% quello dei dipendenti pubblici. Ha rafforzato accordi con vari paesi, facendo crescere il PIL del paese.

Ecco perché l'ordine globale si è infuriato. Ma, per una volta, gli africani si stanno unendo, ribellandosi. Dopo aver sventato un colpo di Stato, i cittadini si sono riversati nelle piazze del mondo per gridare: "Giù le mani dal Sahel, dal Burkina Faso, da Traoré".

Traoré ha poi ringraziato via X chi è sceso in piazza nel mondo con queste parole:

"Desidero esprimere la mia gratitudine a tutti i patrioti amanti della pace e della libertà e ai panafricanisti che si sono radunati in tutto il mondo mercoledì 30 aprile 2025 per sostenere il nostro impegno e la nostra visione per un nuovo Burkina Faso e una nuova Africa, liberi dall'imperialismo e dal neocolonialismo.
La vostra attiva solidarietà e questa dimostrazione di simpatia rafforzano la nostra convinzione che la lotta che stiamo conducendo per un mondo più giusto ed equo sia giustificata.
Non piegheremo mai la schiena di fronte alle avversità; resteremo saldi finché i nostri popoli non saranno veramente emancipati.
Con voi, siamo certi che la vittoria sulle forze del male è vicina.
Insieme, in solidarietà, sconfiggeremo l'imperialismo e il neocolonialismo per un'Africa libera, dignitosa e sovrana."

"Se oltre il 60% dei migranti che ogni giorno arrivano in Europa e in Italia è africano, non sarà forse il caso di capire che conoscere l'Africa — e raccontarla — è oggi una necessità vitale, per loro e per noi?"

Djàvlon