Dal discorso di Mattarella

27.04.2024

"All'infamia della strage di Marzabotto, la più grande compiuta in Italia, seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l'innegabile, provando a smentire l'accaduto, cercando di definire false le notizie dell'eccidio e irridendo i testimoni". 

Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle celebrazioni del 25 Aprile a Civitella in Val di Chiana.

Fino a li un discorso ripetuto varie volte in un modo o in un'altro ricordando la Strage di Marzabotto, 775 morti, la peggiore avvenuta in Italia, e condivido lo sgomento come condivido, qualsiasi strage su civili inermi e se lo volete sapere su qualsiasi essere umano.

Quello che stupisce vari giornalisti sentiti tra ieri ed oggi dalla nostra redazione, se analizziamo il suo discorso sono le analogie con al giorno d'oggi (sicuramente non volute, ma reali) se ad esempio cambiassimo i nomi nel discorso, al posto di Marzabotto ed Italia, o se la frase:

"sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l'innegabile, provando a smentire l'accaduto, cercando di definire false le notizie", che forse definisce meglio la situazione oggi a livello generale, per quanto riguarda l'informazione globale, dove la grande stampa e TV coordinate e comandate sono totalmente controllate, e organizzate a censurare e negare la verità, di specialisti e professionisti seri sulla pandeMania, sul passaporto discriminatorio, sull'impoverimento forzato e volontario dell'Europa e sulla guerra, che organi di informazione, più piccoli ma seri cercano con difficoltà, di comunicare alla popolazione, in balia di vere fake globali.

Comunicatori che chiamerei "i partigiani dell'informazione".

Non sappiamo chi ha preparato il discorso di Mattarella, che volendo o no ha recuperato qualche punto di consenso da tutti gli schieramenti, anche tra i dissidenti, e quelli chiamati Novax, che non dimenticano i terribili momenti di repressione alla libertà che hanno e stanno passando.

Noi non dimenticheremo Signor Presidente la sua frase "Senza Memoria non c'è Futuro"

Djàvlon