Divieto di pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare

06.01.2024

Tra feste, fine anno, guerra e bombardamenti, forse vi siete persi questa notizia, che però è molto importante.

Approvato il divieto di pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare, da parte di giornali e giornalisti.

Martedì 19 dicembre 2023, la Camera dei deputati ha approvato un emendamento di Enrico Costa di Azione alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare, sia integrali che parziali, insomma nuove regole sul modo in cui vengono diffusi su giornali e media gli atti dei processi: in base all'emendamento, fino alla fine delle indagini preliminari tornerà a essere vietato pubblicare integralmente o in parte il testo di un'ordinanza di custodia cautelare, cioè il provvedimento con cui un giudice decide misure cautelari (come la carcerazione o gli arresti domiciliari) per una persona indagata. A meno che non si decida di rendere il divieto più restrittivo, si potrà comunque dare notizia di quello che c'è scritto nell'ordinanza.

Il maggior linciaggio mediatico
Il maggior linciaggio mediatico

La misura è stata approvata con 160 voti a favore, 70 contrari e 2 astenuti. I voti favorevoli sono arrivati dalla maggioranza, con Iv e Azione che hanno votato a favore. 

Le opposizioni, invece, hanno votato contro, definendo la misura un "bavaglio alla libertà di stampa".

Magari se le opposizioni avessero fatto questa protesta definendo le misure pandemiche un "bavaglio alla libertà di stampa", se avessero difeso il diritto di non venire censurati dai social, sia per l'avventura pandemica, sia per la guerra Russia/Ucraina e bombardamenti vari, con morte di migliaia di persone e bambini, ci avrei anche creduto all'indignazione a nostro favore, ma dirlo adesso, mi sembra per lo meno un atteggiamento, strano, come quello di "un bambino al quale hanno tolto dalla bocca il lecca lecca".

Se vogliamo dirla tutta, vedere le foto di persone in custodia cautelare, con nomi e cognomi esposti al pubblico scarno, con vergogna dei familiari, degli amici e tutta la propria vita esposta alla vergogna pubblica, per poi, la maggior parte di quelle tratte in custodia cautelare essere scagionate, liberate, ma sicuramente distrutte, a noi non sembrava un bel vedere, e quindi appoggio l'iniziativa, ma non tutti sono stati d'accordo.

Bavaglio alla stampa?

L'approvazione dell'emendamento è stata accolta con favore da Forza Italia, che ha definito la misura un "risultato positivo" che "ribadisce l'importanza del garantismo e della presunzione di innocenza". 

Le opposizioni, invece, non i singoli, ma un'intero gruppo, hanno espresso forti critiche alla misura. I Verdi e Sinistra, ad esempio, hanno definito l'emendamento un "nuovo bavaglio alla libertà di stampa" e hanno chiesto al governo di "non delegarne l'applicazione al ministro della Giustizia Nordio".

Ripeto questi stessi parlamentari al tempo del disastro pandemico ci hanno messo non solo la mascherina, ma d'accodo con i cosiddetti social, la maschera di ferro, un bavaglio, per raccontare alle persone, che stavano essendo private della loro libertà e del loro libero pensiero, compresi noi giornalisti.

I Colleghi di Articolo21 scrivono "Il divieto pubblicare anche solo 'stralci' delle ordinanze di custodia cautelare non ha nulla a che vedere con innocenza non ha nulla a che vedere con il principio di presunzione d'innocenza, ma costituisce una pesante limitazione del diritto di cronaca". 

Io direi che sarebbe vero se poi in prima pagina ritrattassimo se la persona è poi considerata innocente, ma loro continuano "Ai cittadini viene impedito di conoscere le motivazioni che hanno determinato gli arresti e quindi di sapere quali sono i motivi che hanno indotto magistrati e forze dell'ordine ad assumere provvedimenti che limitano la libertà individuale".  e ancora "I cittadini [giustizialisti] devono sapere perché vengano presi provvedimenti così pesanti per poter esercitare un controllo sull'operato della magistratura". citando "E' quanto afferma in una nota il Comitato esecutivo del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti".

Bah?! Se l'Ordine dei Giornalisti la pensa così, 

Non so se a Reggio Calabria la notizia è stata considerata positiva o negativa, visto che è la città italiana con il maggior numero di custodie e il maggior numero di indennizzi per INGIUSTA DETENZIONE. Infatti la Corte con l'esborso maggiore di somme risulta essere proprio quella di Reggio Calabria che ha liquidato nell'anno 2020 quasi 8 milioni di euro.

Ma i soldi non sono tutto quando ti privano della libertà addirittura sino a sei anni, e il nome è una delle poche cose che ci portiamo nella tomba, ricordatevi di Enzo Tortora e per i reggini di Gullotta al termine dell'udienza a Reggio Calabria scagionato dopo 36 anni.

Andrea Ruggeri