È partito anche Otello Profazio

25.07.2023

"Con la scomparsa di Otello Profazio, la Calabria perde uno degli artisti più rappresentativi della tradizione popolare, un cantastorie e cantautore di assoluto rilievo, apprezzato in tutto il Mondo. Sicuramente un riferimento culturale per il territorio reggino, grazie al suo forte legame con la Calabria, narrata e cantata nella splendida lingua dialettale che lo ha spesso accostato ad altri grandi autori italiani del genere. Sin dagli anni '60 le sue canzoni hanno accompagnato centinaia di spettacoli in Italia e all'estero, abbracciando tutte le comunità di calabresi residenti lontano dalla Calabria". Così il sindaco metropolitano facente funzioni e il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti, con una nota hanno chiesto di osservare un minuto di silenzio in occasione dei rispettivi Consigli, metropolitano e comunale, tenutisi nella giornata di ieri.

"Con la scomparsa di Otello Profazio perdiamo un pezzo importante di storia e di cultura della Calabria. cantore popolare, è stato un simbolo genuino per tante generazioni, riuscendo sempre a interpretare il sentimento più autentico delle nostre tradizioni. Sincero cordoglio". Lo scrive su Twitter Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Profazio, aveva 88 anni ed era nato a Rende, in provincia di Cosenza. Viveva a Pellaro, frazione di Reggio Calabria. Otello Profazio, maestro di musica folk della Calabria, soffriva, come la maggior parte di quelli che se ne stanno andando di, patologie cardiache (guarda caso).

Più ironico che retorico, cantò il dramma dell'emigrazione alla sua maniera in «Mannaja all'ingegneri» («Mannaggia all'ingegnere che ha inventato la ferrovia... che se non faceva i mezzi, all'America non se ne ia») e in «Cristoforo Colombo« («Cristofiru Culumbu, chi facisti?/ La mugghi giuvintù tu rruvinasti./ Ed èu chi vinni mi passu lu mari/ cu chiddu lignu niru di vapuri!/L'America ch'è ricca di danari/ è girata di paddi e cannuni/ e li mugghieri di li mericanni/ chianginu forti chi rristaru suli»).

Sono ormai 3 anni che scompaiono persone care e personaggi cari, come mosche, eppure nessuno ci fa caso, forse quando rimarremo solo io e te, avremo capito che qualcosa stava accadendo.