Eteocle e Polinice, i nostri Bronzi

12.07.2023

"Il racconto dei Bronzi di Riace

Ieri sera 11 luglio alle ore 21:00 presso l'Area Sacra Griso Laboccetta, vi è stata una rappresentazione sui nostri Bronzi che l'amministrazione locale avrebbe dovuto replicare per lo meno 10 volte solo durante l'estate.

Unica e bellissima, questo il sentimento degli spettatori.

Il nostro Paolo Di Giannantonio ha condotto con la consueta professionalità un racconto particolare ed unico che vede Daniele Castrizio (il papà dei Bronzi), Fulvio Cama (meraviglioso con le sue musiche) e Saverio Autellitano (unico nelle sue rappresentazioni e ricostruzioni), mettere in scena uno spettacolo innovativo e accattivante sulle NOSTRE due bellissime statue greche di V sec. a.C.

La musica e il canto originale di Cama (un grande artista), l'archeologia in mano a Castrizio, che sembra parlare dei propri figli, tanta la dedicazione ormai da oltre 20 anni, il video racconto ed immagini di Autellitano con riproduzioni uniche, era superbo, con il certosino lavoro di Domenico Colella, guarda caso anche lui di Reggio, sono stati i protagonisti di un viaggio nella storia, archeologia e tragedia greca, trasportandoci, con riproduzioni perfette di elmi, sotto elmi, scudi e lance alla ricostruzione storica reale e verosimilmente corretta dei Bronzi di Riace, facendoci scoprire il nome di chi li ha realizzati e che era, tra l'altro, un'artista reggino, che sono stati realizzati ad Argos, nel Peloponneso greco, entrambi nella metà del V secolo, a poca distanza temporale l'uno dall'altro, con tanto di ritrovamenti e prove tangibili, un racconto ricco ancora di tutti i misteri compresi quelli del ritrovamento, ma principalmente dei loro nomi, fra le tante domande alle quali gli autori dello spettacolo hanno risposto in maniera del tutto singolare ed inedita, ma totalmente veritiera.

Il racconto dei Bronzi di Riace è l'evoluzione della meta-conferenza che negli scorsi anni abbiamo avuto modo di apprezzare in diversi teatri d'Italia e che adesso si arricchisce della presenza di Paolo Di Giannantonio, conduttore RAI di fama, anche collaboratore di U Riggitanu, che affascinato dal racconto e dalla bellezza dei due guerrieri, è entrato a pieno titolo a far parte del gruppo dei reggini Castrizio, Cama, Autellitano, con Emanuele Bertucci che cura il management.

Il gruppo ha donato gratuitamente alla città questa bellissima proposta artistico/culturale prodotta dall'Associazione "Fabulanova" di Fulvio Cama, autofinanziando lo spettacolo che ha visto non solo il tutto esaurito nell'Area archeologica "Griso Laboccetta", con la collaborazione dell'Associazione "Ulysses" di Marisa Cagliostro e dell'Associazione "Incontriamoci Sempre" di Pino Strati, ma anche lo stupore e l'interesse totale da parte del pubblico presente.

Pensate che ieri sera, addirittura, c'erano decine di persone affacciate sul terrazzo superiore, sulle scale, nel campo e anche nella vicina pizzeria e sino alla fine dello spettacolo, non si sono mosse dal loro posto, tanta era la bellezza e l'emozione che ha creato la rappresentazione.

Dicevamo uno spettacolo donato a Reggio.

Però francamente Reggio Calabria, e qui mi rivolgo all'amministrazione cittadina, quella metropolitana, la Pro loco, sovrintendenti, direttori di museo, non come critico, sapete che quando c'è da fare elogi li facciamo a prescindere, ma dando un consiglio per amore alla nostra città.

Abbiamo bisogno, di simili momenti, tutti i sabati e le domeniche dell'estate e oltre.

Perché la storia dei Bronzi è la storia di Reggio Calabria e della sua provincia e per estensione logica del sud della Calabria, è, oltre ai panorami e ai nostri stupendi cibi, la cosa più nostra e preziosa che abbiamo, donati dal nostro mare, costruiti da un reggino e adesso raccontati da tre reggini e un illustre romano amante della nostra storia.

Cari Sindaci Sovrintendenti alle Belle Arti, archeologia e cose varie, l'Opera di Tresoldi (una struttura interamente composta in rete metallica, riproducendo un colonnato che conta 46 colonne) è bellissima, ma i Bronzi sono UNICI e sicuramente le più belle statue in bronzo che l'umanità abbia prodotto, arrivate integre sino ai nostri giorni.

Finanziare una bellissima storia ricca di prove REALI sulla loro origine, che tra l'altro parte e arriva sempre a Reggio Calabria doveva essere il maggior investimento culturale dell'estate, della città, sulle orme dei loro 50 anni, che termineranno il 20 agosto.

Forse siamo ancora in tempo per ritagliare qualche data, un consiglio, fatelo, come avete fatto scendendo in piazza alla manifestazione della Curva Sud della Reggina, guadagnando, il consenso di tanta gente.

Ma che ve lo dico a fare?

Comunque i veri nomi del Bronzo A Polinice e Bronzo B Eteocle* e così personalmente li chiamerò a partire da ieri sera, costruiti ad Argos in Grecia da uno scultore bronzista di Rhèghion o Rìghi (in greco di Calabria) attuale Reggio Calabria Pythagoras di Reggio** e grazie al nostro mare sono tornati a casa.

  • Secondo le prove raccolte da Daniele Castrizio, professore ordinario di Numismatica greca e romana all'Università di Messina e membro del comitato scientifico del MArRC, il Museo Archeologico di Reggio Calabria, e vari professori e studiosi italiani e greci, in origine le statue - di cui due ritrovate 50 anni fa nelle acque di Riace - erano cinque ed erano bionde a tratti rossicce e dorate. Furono realizzate ad Argos, nel Peloponneso greco, nella metà del V secolo da Pythagoras di Reggio**. Guarda un pò, un reggino.
  • Perché erano cinque? I Bronzi di Riace erano cinque, avevano capelli e barba tra il biondo ed il rossiccio, e i due ritrovati nelle acque di Riace, fra il 21 e il 22 agosto del 1972, facevano parte di un gruppo statuario che rappresentava il momento subito precedente al duello fratricida fra *Eteocle e Polinice, fratelli di Antigone, della storia dei Sette a Tebe collegato con quello di Edipo, con Euryganeia (Giocastra) al centro e fra loro Antigone e l'indovino Tiresia.
  • Conosciuti come A e B la teoria realistica trova confronti e appigli nelle fonti letterarie e iconografiche, e ora anche negli ultimi risultati delle indagini su patine e argilla compatibili (ovvero come molti vogliono sapere scientifici), ritrovate ad Argos e in altre statue, lì rinvenute, da poco tempo e da impronte ad incastro, lasciate su lastre di marmo, che combaciano con il calco dei piedi di uno dei bronzi.
  • Castrizio da più di vent'anni studia le statue di Riace e collabora con i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio nelle indagini sulla presunta sparizione di elmi, scudi, lance e di altre statue del carico di Riace. L'archeologo illustra ora la sua ipotesi, fra le più accreditate nel mondo degli accademici, che alla fine è l'unica con uno straccio di prova e l'unica che può veramente essere messa a suffragio di una qualsiasi verità.
  • Il mistero sempre accattiva, ma qui la verità sta venendo a galla e ALTRI, non hanno interesse che lo si sappia, perché propagatori di storielle e bugie ormai insostenibili, sia scientificamente che iconograficamente e letteralmente, di questo ad esempio gli studiosi di Argos in Grecia ne sono totalmente convinti. Storielle su cui hanno fondato la loro tesi e ricevuto lauti finanziamenti.

Vorremmo raccontarvi tutta la storia ed un giorno sicuramente lo faremo, non vogliamo togliere la sorprea a chi vedrà prossimamente questo racconto, ma per il momento vi diciamo che l'emozione nel vedere che anche i fratelli fratricidi Eteocle e Polinice, sono stati conservati e riportati alla luce dal mare dopo migliaia di anni, forse a dirci che la Guerra tra Fratelli porta solo alla Morte. 

Paolo, Daniele, Fulvio, Saverio, Domenico, Emanuele e noi ripetiamo il messaggio più bello della rappresentazione di ieri sera.
Un messaggio da Argos, Riace, Reggio Calabria a USA, Ucraina, Russia, Europa, Cina, smettetela di parlare di guerra, siamo tutti fratelli e tra fratelli la guerra genera solo Morte.

Lo spettacolo proseguirà il suo cammino con le date di luglio a Montegrotto/Abano Terme e Venezia, per poi giungere a Firenze, Roma, Milano, Napoli ed altre tappe che in autunno diverranno anche internazionali.

È un modo di portare in giro per il mondo Eteocle e Polinice, Bronzi di Riace, senza muoverli dalla loro città Reggio Calabria e soprattutto è un orgoglio che la produzione sia tutta, di cuore e di fatto "Riggitana".

**Pythagoras di Reggio (nato a Samos, oggi Samo, importante scalo magno-greco come scritto da Protagora ed Epicuro), il bronzista considerato da Plinio tra gli eccelsi, con Fidia, Mirone e Policleto, nella cui bottega lavorava il nipote Sostrato, anche lui di Reggio, che ne proseguì l'opera. 

Novità assoluta dei nuovi studi intorno ai Bronzi è il loro colore. In età greca le statue apparivano bionde e dorate, in età romana erano nero lucide. Il perché ce lo dice Castrizio? "Il nero lucido è il colore che assunsero dopo il restauro che subirono quando furono trasferite a Roma - spiega l'archeologo - I Bronzi in origine erano esposti probabilmente ad Argos, ma dopo la conquista della Grecia e le spoliazioni del 146 a.C. di Lucio Mummio, furono portati nella capitale e qui esposti almeno fino al IV d.C".

Perché conquistatori o no i romani sapevano bene cosa era meraviglioso e cosa lo era meno.

Adesso volendo o no sono tornati alla casa del padre Pythagoras di Reggio e qui rimarranno per sempre.

Andrea Ruggeri

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