Etna, eruzione e nubi alte 6500 mt
L'Etna torna a parlare, e da Reggio si vede tutto: nube di cenere alta 6.500 metri il 2 giugno
Come ogni volta che Mungibeddu, il gigante di fuoco siciliano, si fa sentire, anche da Reggio Calabria lo spettacolo è assicurato. Dalle prime luci dell'alba del 2 giugno, proprio nel giorno della Festa della Repubblica, il cielo a oriente si è tinto di grigio scuro e rosso fuoco: l'Etna ha eruttato ancora, come spesso fa nei mesi caldi. E da Punta Pellaro a Catona, passando per il nostro lungomare, si è potuto osservare l'inconfondibile colonna di cenere elevarsi nel cielo.
Alle 4:14 del mattino, una serie di forti esplosioni stromboliane ha dato il via a una delle eruzioni più spettacolari degli ultimi anni. La nube vulcanica ha raggiunto i 6.500 metri, secondo l'INGV di Catania, e ha costretto le autorità a emettere un'allerta rossa per l'aviazione. Nonostante questo, l'aeroporto di Catania è rimasto operativo, ma con restrizioni sulle rotte.
L'attività vulcanica è stata innescata dal crollo di una parte del cratere di Sud-Est, che ha prodotto un flusso piroclastico ben visibile anche dalle telecamere termiche. Le colate laviche, lente e dirette verso la Valle del Bove, non hanno raggiunto zone abitate, ma hanno regalato un nuovo spettacolo notturno, visibile anche dalla nostra costa, in particolare dalla zona nord di Reggio.
Non sono mancati i momenti di panico: video di turisti in fuga e scene di paura sono rimbalzati sui social, ma per fortuna non si registrano feriti né danni rilevanti. La cenere vulcanica, invece, è arrivata fino all'interno della Sicilia, trasportata dal vento, mentre le emissioni di gas sono state monitorate dai satelliti Copernicus.
Eppure, nonostante la forza e l'imponenza di queste manifestazioni, l'Etna resta un vulcano "buono": le sue colate sono lente e non hanno mai fatto vittime. Anzi, proprio nelle sere d'estate, offre a chi osserva dal nostro chilometro più bello d'Italia, uno spettacolo naturale mozzafiato.
È una meraviglia che i reggini conoscono bene. Perché se c'è un luogo dove terra e fuoco si abbracciano attraverso il mare, è proprio qui, sullo Stretto.
E Mungibeddu, ancora una volta, ci ha ricordato che la natura comanda, ma sa anche incantare.
Intanto "La fase eruttiva di ieri si può ritenere conclusa, ma i parametri di controllo dell'Etna sono in risalita", ha dichiarato Stefano Branca, direttore dell'INGV-Osservatorio Etneo, confermando che l'attività del vulcano resta sotto stretto monitoraggio. I valori del tremore vulcanico, che indicano il movimento del magma nei condotti interni, dopo un rapido calo nelle ore successive all'eruzione, stanno ora risalendo su livelli discontinui ma medio-alti.
"Continuiamo a monitorare il vulcano 24 ore su 24", ha ribadito Branca, sottolineando che, sebbene l'eruzione del 2 giugno sia tecnicamente terminata, l'Etna resta attivo e imprevedibile, come sempre.
E noi con Lui.