Falcomatà vittoria o sconfitta?

Giuseppe Falcomatà, ex sindaco di Reggio Calabria e della Città Metropolitana, ringrazia i cittadini per la sua elezione al Consiglio regionale, ottenuta di misura. È arrivato secondo nella lista PD, superato dal sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio, per pochi voti ma comunque sconfitto.
Falcomatà ha raccolto 10.341 preferenze, un numero significativo ma modesto rispetto al suo ruolo: è infatti da 11 anni alla guida della città più importante della Calabria e della Città Metropolitana, incarichi che solitamente spianano la strada a ruoli nazionali (governatore, senatore, deputato o eurodeputato). Per varie frizioni interne al partito, ha dovuto candidarsi al Consiglio regionale, facendo un passo indietro e rompendo con l'amico Gianni Muraca per garantirsi continuità politica.
Ci si aspettava una vittoria schiacciante, almeno 15–20 mila voti, ma così non è stato:
-
ha superato di poco i 10 mila voti,
-
cinque candidati (Cirillo, Mattiani, Calabrese, Ranuccio e Giannetta) lo hanno superato,
-
a Reggio città ha ottenuto 6.091 voti, battuto da Cirillo (7.851) e insidiato da Sarica (4.891) della Lega.
Storicamente, i candidati più votati della provincia superano i 12–13 mila voti, anche senza essere sindaci o presidenti. Inoltre, è stato battuto nella sua stessa lista da Ranuccio, sindaco di Palmi (città con un decimo degli abitanti di Reggio), sostenuto da Nicola Irto e dall'establishment PD. Nonostante ciò, Ranuccio ha vinto il confronto diretto.
In sintesi, Falcomatà è andato male in termini assoluti e relativi, replicando la dinamica delle comunali 2020, dove perse molti voti rispetto al 2014 ma vinse al ballottaggio.
Perché è stato comunque eletto
Il PD ha ottenuto il 13,5% regionale, con risultati migliori nella Circoscrizione Sud (Reggio): 15,9%. Questo ha permesso l'assegnazione di due seggi al PD nella provincia, grazie anche:
-
ai 5.518 voti di Muraca, che hanno alzato la percentuale del partito, determinanti per far scattare il secondo seggio (senza questi, Falcomatà sarebbe rimasto fuori);
-
al cattivo risultato delle liste minori della coalizione (M5S, Tridico, DP, Casa Riformista) a Reggio, che hanno concentrato i loro eletti nelle altre province (Cosenza e Catanzaro).
Il meccanismo di ripartizione dei seggi, quindi, ha favorito una rappresentanza proporzionale territoriale: senza Falcomatà, sarebbe entrato un candidato con meno della metà dei suoi voti (Nino De Gaetano, 4.908), cosa ritenuta poco equa.
Conclusione
Falcomatà è stato eletto non per fortuna, ma per un calcolo democratico corretto. Tuttavia, la sua performance elettorale è molto inferiore alle aspettative per il ruolo che ricopre. Certo dovrà ringraziare proprio i suoi avversari interni, sapendo che dopo le elezioni municipali di Reggio Calabria non potrà sicuramente contare con un sindaco amico, sia che sia di sinistra o di destra.
Djàvlon