Festa Maronna e u paninu cu satizzu

Cosa dire di più di una festa popolare come quella della Madonna della Consolazione a Reggio, le tradizioni cattoliche sono così forti che praticamente ogni giorno della nostra estate abbiamo assistito ad una festa religiosa, più o meno affollata, in tutta la nostra Calabria, ma sicuramente superando gli anni oscuri tra il 2020 e il 2022.
Adesso aspettiamo il ritorno dell'acqua santa all'entrata delle chiese, l'ostia senza il disinfettante nelle mani (non ho capito perché le persone si disinfettano le mani per prendere il corpo di Cristo) e la libertà di scelta anche per il proprio culto.
La Festa come sempre carica di aspettative, quest'anno le ha superate tutte a livello di numeri, ma in città si sente che qualcosa non va, un grande momento di devozione e coinvolgimento, ma i reggini sono stanchi e forse vorrebbero un attimo di pace, nella salute, tante malattie e morti strane, nelle cose basilari, come l'acqua, nello sport, con il caso reggina e viola, insomma nella gestione in generale della città.
E poi nella stessa chiesa i dissensi di molti cattolici con il "papa" e la distanza tra gli uni e gli altri intensificata dalle pazzie imposte in era pandemica.
"La Processione della Vara della Madonna della Consolazione è stata pervasa da una strana vena di mestizia, un'onda collettiva di malessere impercettibile agli occhi ma emotivamente chiarissima per le migliaia di persone che si sono ritrovate lungo il percorso cittadino della Sacra Effigie fino alla Cattedrale".
E non lo scriviamo noi, ma i colleghi di ReggioToday, per farvi capire che l'abbiamo sentito tutti questo momento.
Prima di fare il suo trionfale ingresso in Cattedrale, la Sacra Effigie in ogni caso è stata salutata da scroscianti battimani.
L'arcivescovo metropolitano di Reggio Calabria e Bova Fortunato Morrone, ha cercato di dare una parola di conforto, anche Lui chiaramente sentendo lo sconsolo generale con un messaggio diretto: "Nulla è impossibile a Dio, ma solo insieme ce la faremo".
Vero bisognerebbe dirlo agli altri, perché noi già lo sappiamo, ma gli ALTRI, no.
In ogni caso le persone erano per strada e quando fai le tue vasche sul corso garibaldi, sulla via marina, arricchita da giostre e concerti, non ti puoi dimenticare del re dello street food reggino per eccellenza, "u paninu cu satizzu" che divide con le frittole la tradizione culinaria di questo periodo.
Alcuni minuti di piacere accompagnati dalla tradizionale gazzosa o da una birra, per dimenticare per un attimo i dispiaceri e le perplessità sul futuro.
Certo, anche noi sentiamo questo clima e quindi ci limiteremo a darvene notizia, senza troppa allegria, in un giorno di pianti In Marocco e tristezza generale per un mondo che non ci rispetta più, W a Maronna e W Riggiu.
Andrea Ruggeri