Gallico, quasi, Gambarie

11.11.2024

L'inaugurazione della strada Gallico-Gambarie (GAGA) è ormai vicina: mancano solo 19 giorni, e si dice che rappresenti uno degli eventi più attesi a Reggio Calabria.

Un'opera che ha richiesto tempo, ingenti risorse economiche e anni di lavoro, con l'obiettivo chiaro di trasformare e semplificare i collegamenti tra mare e montagna. Un'opera che avrebbe dovuto avvicinare i centri collinari alla città, offrendo nuove opportunità di crescita e sviluppo per i Comuni dell'entroterra, con un possibile ripopolamento delle stesse aree, dove i cittadini avrebbero potuto scegliere di vivere immersi nella natura e a breve distanza dal mare, continuando a lavorare in città grazie a un collegamento veloce.

Tuttavia, il nome non rispecchia la realtà, la GaGa non arriva esattamente a Gambarie, proprio come non lo è quella della Vallata del Catona.  L'opera che doveva collegare San Roberto, Fiumara, Campo Calabro, Catona e Villa San Giovanni si è fermata a Fiumara. Anche in quel caso si celebrò l'inaugurazione, ma la situazione rimase incompleta. E poi, come spesso accade, sono arrivate le promesse: "Basta incompiute, basta chiacchiere, stop a disagi, pericoli e spopolamento. Bisogna agire, e farlo al più presto, per ridare fiducia e speranza al nostro territorio". Purtroppo, ad oggi, questo non è successo.

Per gli scettici, la Gallico-Gambarie dovrebbe essere chiamata "Gallico-quasi-Gambarie" o "Gallico-Podargoni". Arrivare a Podargoni, a circa 12 km da Gambarie, significa percorrere circa tre quarti del tragitto. Certo, un tratto difficile verrà superato, con una sensibile riduzione del tempo di percorrenza (ci mancava pure che non fosse così), ma è pur vero che il tratto restante, se si vuole arrivare a Gambarie, deve ancora attraversare Santo Stefano in Aspromonte e Mannoli (progetti e realizzazioni permettendo).

In ogni caso, come tante altre opere nella nostra regione, tutto rimane incompiuto. Per dirla in modo chiaro: hanno ultimato un pezzo della strada, ma non l'intero percorso varie volte e questo anima le critiche, anche se tra 19 giorni sarà solo festa. 

Per me che vengo da un contesto dove, se non completi l'opera, non la inauguri (altrimenti la popolazione ti "caccerebbe a pedate"), e per molti scettici si accende la lucetta rossa "questa è una di quelle famose inaugurazioni politiche?". Un'opera incompiuta per i critici.

Ho anche letto un'intervista al presidente della Fondazione Mediterranea Vitale, che ha sollevato il tema di un possibile "aumento del turismo mordi e fuggi". Non sono d'accordo. Oggi, quello che serve per sviluppare il turismo è la viabilità. Sta agli operatori turistici creare l'attrattiva. Lo stesso discorso vale anche per le piccole realtà, come ha dimostrato il caso di Borgo Croce a Fiumara, che ha saputo creare un'attrattiva unica.

Speriamo, invece, che per completare l'opera, la Città Metropolitana e la Regione (che sono in sinergia nell'attuale traguardo) non facciano passare anni, o che i lavori non si fermino, come è accaduto tra Fiumara e Campo Calabro, ridicolizzando l'intera opera. Se il progetto è impossibile allargare però la carreggiata, dell'attuale tratto, non dovrebbe essere un lavoro da gnomi.

Djàvlon