Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate
			            
Mentre le Frecce Tricolori attraversano oggi, martedì 4 novembre, il cielo di Roma in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, sorvolano il Vittoriano con un passaggio sopra l'Altare della Patria.
Proprio all'Altare della Patria — o della Vittoria — si svolge la tradizionale deposizione di una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalle più alte cariche istituzionali dello Stato.
Ma l'evento non si esaurisce nel suo cerimoniale. Rappresenta soprattutto il ricordo del sacrificio, in vite umane, in feriti, in impegno, delle nostre Forze Armate nel portare sicurezza e pace nel mondo.
Almeno, questo è ciò che io ho imparato quando, nel 1982, facevo parte della Forza Internazionale di Pace in Libano: un'esperienza che mi ha insegnato il vero significato del servizio, del coraggio e della dedizione per la pace.
Già per l'Unità d'Italia, dovremmo però ricordare anche un'altra storia, fatta di azioni mai svelate agli italiani, spesso nascoste e ingiuste verso il Sud. Una storia che sembra continuare ancora oggi, nei "no" di certe forze politiche e di alcune Corti, che paiono voler frenare ogni tentativo di riscatto.
L'Unità creò il Paese che conosciamo, ma per realizzarla si distrusse il Sud, e da allora i danni sono stati enormi.
Oggi, con le grandi opere infrastrutturali e con il Ponte sullo Stretto, potrebbe finalmente arrivare il momento del riscatto. Chi si oppone a questo, sembra voler ripetere la storia di allora: affossare ancora una volta quella parte d'Italia che diede il nome alla Nazione, che fu cuore del Mediterraneo, culla di storia, cultura e bellezza.
E se a realizzare questo riscatto sarà un governo di destra o di sinistra, poco importa. Se sarà un ministro che da giovane lottava per la sua terra al nord, contribuendo — forse inconsapevolmente — ad affossare il Sud, ma che oggi, avendo compreso, lavora per aiutarlo, ben venga.
Ma se i partiti di sinistra, e in particolare il Movimento 5 Stelle, già schiacciato nelle ultime elezioni in Calabria, insieme al PD, socio di quella debacle, non sapranno unirsi al progetto del Ponte, allora l'errore storico sarà loro: si schiereranno ancora una volta con quell'"Unità" che distrusse il Sud, invece che con il suo riscatto, che finalmente potrebbe rendere il Sud davvero unito all'Italia.
Non sono un negazionista, né un riformista della storia. Sono solo giusto e onesto con la terra che amo.
Ma giusti e onesti dobbiamo esserlo tutti, altrimenti — qui — cosa ci stiamo a fare? Oggi la mia fotografia delle Frecce Tricolori non sarà al Vittoriano, ma sullo Stretto, perché è qui che deve avvenire il vero riscatto dell'Unità d'Italia.
Andrea Ruggeri
