Inter-Barça, piangono ancora: gli spagnoli fanno gli spagnoli
Dopo il rocambolesco 4-3 di San Siro, il Barcellona ha deciso: la colpa è tutta dell'arbitro. O quasi. E così, mentre in campo si è vista una grande Inter e un Barça spettacolare in attacco ma imbarazzante in difesa, dalla Spagna si alza il solito coro stonato dei lamenti. Hansi Flick ha aperto le danze davanti ai microfoni di Movistar e, anche se a fine conferenza ha messo una toppa ("Complimenti all'Inter per il passaggio alla finale"), il seme del vittimismo era ormai piantato.
I quotidiani catalani non hanno perso tempo. Sport, già a pagina 2, sentenzia: "Il Barça danneggiato da un arbitraggio scandaloso". E giù con le accuse al polacco Marciniak, reo – secondo loro – di aver dato tutto ciò che era al 50% all'Inter. "Marciniak spegne il sogno di un Barça eroico" tuona il titolone a pagina 4. Solo a pagina 10, quasi per sbaglio, qualcuno si accorge che la difesa blaugrana fa acqua da tutte le parti: "Una difesa troppo fragile". Ah, davvero?
Mundo Deportivo rincara: "Lo spirito resiliente del Barça trascinato da Lamine cade contro Marciniak, Sommer e la propria fragilità". Santi Nolla, il direttore, va dritto: "Il Barça meritava la finale". Perché? Boh. Forse perché piange meglio degli altri.
Eppure, gli episodi parlano chiaro. Da juventino posso dirlo senza problemi: l'arbitro ha deciso bene. Anzi, non ha visto o non ha punito due episodi che avrebbero affossato definitivamente il Barça: lo sputo di Inigo Martinez a Francesco Acerbi (espulsione diretta) e il fischio finale a tempo scaduto con un interista lanciato a porta vuota. Ma ovviamente, questi non fanno notizia nei media iberici.
La moviola? Anche quella, se letta con obiettività, racconta un'altra verità. L'ex arbitro Iturralde Gonzalez su As dà ragione ai colleghi in campo in 3 episodi su 3: la mano di Acerbi, il rigore su Lautaro e quello non concesso a Lamine Yamal (che era fuori area). Il presunto fallo su Gerard Martin nel 3-3? Per Mateu Lahoz, altro ex arbitro spagnolo, non c'è niente. Ma figuriamoci, quando perdono, il fischietto è sempre il capro espiatorio perfetto.
In zona mista, si scatena la processione dei piagnistei: "Non è la prima volta che ci succede con questo arbitro", dice Pedri. "Tutti sanno cosa è successo l'ultima volta che siamo venuti qui", aggiunge Eric García. E Iñigo Martínez: "Tutte le decisioni andavano nella stessa direzione". E certo, se il Barça prende tre gol perché difende come una squadra da metà classifica della Liga, la colpa è dell'arbitro.
Che poi, l'Inter ha meritato eccome. Ha segnato quattro volte, ha mostrato gioco, carattere, personalità. E un supereroe in porta: Yann Sommer. Il migliore in campo, e forse il migliore della Champions finora. Altro che Pallone d'Oro a Lamine Yamal: datelo a Sommer, che come Buffon ai suoi tempi o Donnarumma all'Europeo, ha fatto la differenza. Un duello in finale tra lui e Donnarumma sarebbe spettacolare, e finalmente potremmo vedere un portiere premiato come merita.
E agli spagnoli, vincenti seriali con Real e Barcellona, diciamo una cosa semplice: meno pianti e più umiltà. Se noi avessimo il parco giocatori di Barça e Real, con i nostri allenatori e la nostra fame, avremmo le bacheche piene anche noi.
Sono juventino, lo ripeto, e non ho problemi a dirlo: ieri l'Inter mi ha divertito. Grande partita, grande cuore e, per una volta, l'arbitro non era dalla loro parte. Magari fosse così anche in campionato.
Andrea Ruggeri