Italia, potenza del tennis, ma come?
JaJa in polacco significa "coraggio" in italiano significa Jannik Sinner e Jasmin Paolini, JaJa.
Ed è con il coraggio, la perseveranza, la forza di volontà e il talento, che l'Italia è diventata numero uno, sia al maschile sia al femminile del tennis.
In realtà il tennis italiano vola anche con Lucia Bronzetti, Sara Errani, Elisabetta Cocciaretto, Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli, Matteo Berrettini, Matteo Arnaldi, Andrea Vavassori, Simone Bolelli, Luciano Darderi, Lorenzo Sonego, Mattia Bellucci, Luca Nardi e l'intramontabile Fabio Fognini e con loro una marea di giovani, portando il tennis italiano al massimo livello.
Oggi quando un giocatore di qualsiasi paese, scende in campo e si trova come avversario un italiano/a o una coppia italiana, sa, che dovrà sudare molto per non perdere.
Come tutto questo è avvenuto?
Tutti questi ragazzi sono casi che stravolgono la famosa tesi dei giovani italiani mammoni. In realtà c'è ancora chi lo sostiene, che il legame viscerale che ogni ragazzo ha con la propria famiglia è ben più marcato che in altri paesi e che questo rallenta drasticamente il processo di crescita e di indipendenza dell'atleta.
Ma da negativo, questo rapporto familiare è diventato positivo, e lo si nota in Jannik Sinner, legatissimo alla famiglia, ma che gli ha dato lo spazio di crescere e migliorarsi giorno dopo giorno.
Ma se siamo a questi livelli non dobbiamo solo ringraziare i giocatori e le loro famiglie, ma anche chi ha diretto e aiutato il movimento.
Infatti nel passato la collaborazione tra la Federtennis e i team privati, era quasi inesistente. Una scossa l'ha data Umberto Rianna con il progetto federale per gli Under 18, e lí è cominciata l'inversione di tendenza. Rianna, accompagnato da Filippo Volandri, è entrato direttamente nei team privati come rappresentante federale con Matteo Berrettini, con Lorenzo Sonego e piano piano, con altri ragazzi più giovani.
La Fit guidata da Binaghi ha aumentato gli investimenti nel settore tecnico, aumentando sin dal 2016 (14/15%) rispetto al 2015, e nel 2017 di un'ulteriore 5% rispetto al 2016, crescendo la partecipazione anno dopo anno.
Poi, stimolando l'aumento di tornei minori come i Challenger organizzati in Italia, ha consentito a molti giovani di poter competere senza affrontare esose spese all'estero.
A questo si sono uniti i coach, consapevoli di essere anche educatori e non solo tecnici sportivi.
Un movimento insomma che ha contribuito, unendo tutti questi fattori, all'attuale momento.
I nostri tecnici ora hanno un enorme rispetto e deferenza da parte dei colleghi stranieri, atteggiamenti impossibili da immaginare nel recente passato.
Queste premesse non garantiscono sempre successi nei Grandi Slam, nei Masters 1000, 500 o 250 a gogo, ma sono diventati la base per far si che in 4/5 anni l'Italia superasse le vittorie di quasi 50 anni, e poi il talento e la voglia di fare sempre meglio di un Sinner e la voglia di lottare e superarsi di Jasmin, ha portato l'Italia a diventare punto di riferimento mondiale e campione di quasi tutto, sia tra gli uomini come tra le donne.
Chissà che un giorno, queste linee guida non potrebbero essere utilizzate anche qui, localmente, come al tempo della Grande Reggina e della Viola dei campioni.
Andrea Ruggeri