Jannik, mi ricorda me

13.10.2024

"Jannik è veloce e aggressivo, ti toglie il tempo: mi ricorda me", questa la dichiarazione di Novak Djoković dopo la sconfitta contro Jannik Sinner nella finale dello Shanghai Masters 1000 in Cina.

Guardare una partita di tennis oggi, non è uguale a una volta, quando gli scambi a rete erano più lenti ed emozionanti.

Si arrivava a pensare dove venisse colpita la palla e a quanto e dove si poteva ribattere.

Poi Borg modificò il gioco aumentano potenza e velocità, sino a Federer, Nadal e Djoković che oltre alla potenza e velocità ci mettevano precisione e grinta, carisma, dedizione, mentalità, focus, dedizione maniacale, serietà e rispetto del prossimo, cura del corpo, costruzione di un team di professionisti super e Djokovich anche una difesa fortissima, con molta elasticità al punto di essere paragonato a un uomo di gomma.

Ma tutto questo suddiviso tra i tre e non sempre in tutti i tornei.

Oggi abbiamo tantissimi tennisti capaci di abbinare varie di queste qualità, ad una velocità che non ti permette di fare le giocate di una volta, oggi giochi sulle linee, sugli angoli, ma a velocità pazzesche e ogni tanto vai a rete, o use palle corte ed effetti.

Abbiamo un italiano Musetti che unisce il passato del tennis al gioco moderno, ma gli manca ancora la testa.

Poi vai a vedere Jannik Sinner e senti lo schiocco della palla all'impatto con il piatto corde della sua racchetta. 

Quel rumore lì, quello del servizio che va sempre sopra i 200 all'ora, e non solo visto che, il diritto più potente del circuito ed il rovescio fanno letteralmente "scoppiare la palla" è qualcosa che gli addetti ai lavori riconoscono immediatamente.

Tutti quelli che vedono lo sanno quel qualcosa è definitivamente "diverso dagli altri".

Poi ci mettiamo la precisione, la grinta anche se non la rabbia (che manca ad Alcaraz), il carisma silenzioso, la dedizione, la mentalità e freddezza (forse l'arma più importante nei tie-break), focus e perfezionamento continuo, dedizione maniacale alla Djokovich, serietà e rispetto del prossimo e dei colleghi, cura del corpo, costruzione di un team di professionisti super, e la voglia di un continuo miglioramento.

È così che Jannik nonostante i 400 punti che gli sono stati tolti a seguito della positività a uno steroide anabolizzante a marzo, quelli della semifinale nel torneo di Indian Wells, pur con lo stress di essere a processo, pur saltando Roma, Parigi e l'olimpiade, è non solo il Numero 1 del mondo, ma vincendo oggi la finale contro il grande Nole Djoković, davanti a spettatori illustri quali Federer e Alcaraz, in un Shanghai Masters 1000, ha 4800 punti in più del Numero 2, lo spagnolo, Carlos Alcaraz.

Per capire la superiorità durante il 2024 del nostro tennista, se Sinner potesse regalare i punti di differenza tra lui e Alcaraz a un giocatore a 0 punti, questo entrerebbe immediatamente al sesto posto della Race ATP che decide gli 8 migliori giocatori 2024 che si sfideranno alle Finals a Torino. 

Sinner come accennato da uno scienziato di Elon Musk è diventato l'unico umano che ancora, forse, può vincere un robot.

Bravo a Novak Djoković che continua il mio eroe dopo Jannik, per la sua storia il suo coraggio e la sua lotta contro imposizioni e pensiero unico.

Andrea Ruggeri