Missili Iraniani colpiscono base aerea di Ramon in Israele

14.04.2024

Dopo l'attacco all'Ambascaita dell'Iran a damasco in Siria da parte di Israele, la risposta non si è fatta attendere, anche se molto contenuta con missili e droni. Un attacco sicuramente tattico, che fa capire che l'Iran e i suoi alleati hanno capacità di mettere in crisi il sistema antimissile israeliano.

L'attacco chiamato "Promessa Vera", un'operazione in 3 fasi: la prima lanciando droni dall'Iran, che hanno attraversato Iraq, Siria e Giordania arrivando su Israele; la Seconda fase con gli alleati sciiti Siria, Iraq, Libano nella regione, per cercare di impegnare le difese aeree. Nella terza fase poi l'Iran hha lanciando i suoi missili forzando le difese aeree super impegnate e colpendo le basi sopracitate. 

Sentiamo molte fake sugli attacchi e siccome abbiamo persone che conoscono tattiche militari e che guardando le immagini ce le confermano, possiamo dire che l'Iran abbia più che altro fatto un test per le proprie armi, anche mettendo allo scoperto le difese israeliane. Di missili l'Iran ne ha tantissimi, quindi penso sia più un avvertimento. Non è vero poi come annunciato dagli Israeliani che l'attacco sia stato totalmente un fallimento, visto che numerosi missili hanno colpito le basi Aeree di Ramon e Nevatim a Est di Be'er Sheva, delle quali non abbiamo notizie precise, su danni e perdite umane.

Gli Israeliani sono stati aiutati da Usa e Giordania, quindi hanno sicuramente limitato i danni.

Per la narrativa un'operazione utile ad entrambi gli schieramenti, Israele dicendo che ha bloccato l'attacco, l'Iran è riuscita a colpire le basi Israeliane e ne farà grande propaganda. Ricordiamoci che questa è una risposta all'attacco delle strutture diplomatiche dell'Iran in Siria. Israele non teme il conflitto allargato, ma lo sta cercando con insistenza.

Le decine di vittime Iraniane nell'ambasciata, non sono state dimenticate e negli Usa sono sempre meno quelli a favore di Israele specialmente dopo l'attacco all'Ong WCK (World Central Kitchen) statunitense, un "attacco mirato", lo dice ai giornalisti José Andrés, lo chef ispano-statunitense fondatore dell'organizzazione umanitaria, il quale non crede minimamente alla versione di Israele, deciso a spacciare l'accaduto come un tragico incidente. L'IDF era perfettamente a conoscenza di ogni spostamento del convoglio umanitario, accusa Andrés "L'Idf ha mirato alle auto dei volontari, una per una". 

Le manifestazioni aumentano e il mondo potrebbe schierarsi contro Israele e i suoi alleati in caso di conflitto globale. Gli Stati Uniti lo dovrebbero sapere, visto che uno dei motivi della sconfitta in vietnam fu esattamente avere l'opinione pubblica contro.

Al leader israeliano invece la guerra, permette la permanenza al potere, ma forse sottovaluta troppo il suo avversario.

In ogni caso sicuramente vi aggiorneremo sulle successive vicende, anche scorgendo una certa incapacità di fonti "reali", da parte della maggior parte dei giornali, che si preoccupano a ripetere comunicati di chi non sa o finge di non sapere la verità, ed in ogni caso non informa adeguatamente le persone.

Djávlon