Museo dei Calabresi

30.03.2023

Si parla molte del Turismo di Radici, del ripopolamento dei Borghi, e della cittadinanza per discendenza e sicuramente sono tre validi progetti, ce aiuteranno la ricrescita, assieme a progetti strutturali, come ferrovie strade e ponte tra Calabria e Sicilia, ma che senza il riscatto della memoria, diventeranno semplicemente validi progetti economico strutturali, che interessano il borsellino, ma non la storia e la cultura del nostro popolo sparso nel mondo, che attualmente supera di oltre 20 volte il numero degli abitanti dell'intera regione.


L'idea è un "Museo vivo" dell'emigrazione calabrese nel mondo.


In collaborazione con i musei italiani nel mondo, luoghi simbolo della vita nei quali, attraverso i contenuti esposti, avviene la narrazione di storie di sacrifici e di grandi imprese, dei calabresi, eroicamente dando dignità alla loro terra d'origine, cambiando il mondo e trasformando lacrime di tristezza, in lacrime di gioia.

Nel mondo ne esistono alcuni, molte volte abbandonati alla storia, molte volte super valorizzati, come quello sotto l'altare della patria a Roma.

I musei degli emigranti sono patrimonio dell'umanità dove le storie e gli oggetti, testimoni del tempo, raccontano storie di viaggi, sogni e costruzioni di interi paesi. Emozioni, amori e sentimenti, incroci e valorizzazione delle tradizioni e delle lingue regionali, in Italia, già dimenticate.

Stereotipi diventati cultura italiana nel mondo, forse mai visti in terra italiana, come il polpettone con le fettuccine di San Paolo. O addirittura incidendo sulla storia della musicalità locale, João Rubinato oriundo conosciuto come Adoniran Barbosa unanimemente riconosciuto in Brasile come il padre del samba paulista. O Il Tango argentino nato nel quartiere italiano Boca di Buenos Aires tra emigranti italiani e polacchi.


In quasi tutti i musei dell'emigrazione italiana sono riprodotte, le partenze e gli arrivi, le prime sistemazioni, nel disperato tentativo di aggrapparsi agli oggetti portati dalla Calabria, come foto, lettere, valige, di cartone alcune volte, bauli e casse per i più ricchi, e sempre un'immagine sacra, da San Rocco all'Achiropita o alla Madonna della Montagna di Polsi.

Emigranti testardi, ma umili custodi di tradizioni alimentari e di creatività diventate nel tempo orgoglio, forza, ricchezza, e tradizione. Messigenazione di eventi, come "il tombo della polenta trentina con la tarantella calabrese in Brasile"


I musei sono luoghi di memoria, ma devono diventare incontro e momenti di vita, dalla storia, alla memoria personale, gente importante o sconosciuta, ma essenziale a capirne la cultura popolare a volte adattata ai cibi e al clima dei nuovi paesi.

Proprio per questo i musei dell'emigrazione diventano il complemento dello Jus sanguinis, cioè della produzione italiana anche e soprattutto fuori dal territorio di partenza.

divenendo così gli oriundi brasiliani, creatori del samba di radici, o del tango de la Boca in Argentina o semplicemente gli Italiani d'America e contribuendo pienamente ai cambiamenti delle nazioni e diventando benefattori del loro paese di origine con le rimesse inviate alle famiglie rimaste in Italia/Calabria, sviluppando in quei paesi la crescita e creando nuovi processi di sviluppo economico e sociale tra il vecchio e il nuovo mondo.

La raccolta degli elementi può essere sviluppata dagli stessi emigranti oriundi, dalle loro storie o dai musei esistenti nel mondo, come l'Hospedaria de Imigrantes. antica Hospedaria de Imigrantes e oggi Museu da Imigração e il museo del Bixiga a San Paolo del Brasile, il Museo de la Inmigración e il "Belgrano" dell'associazione Albidonese di Argentina a Buenos Aires, il P21 di Halifax in Nuova Scozia Canada, Ellis Island a New York, History of Italian Immigration Museum Filitalia International a Philadelphia, Museo Nazionale dell'emigrazione di Genova, La valigia di cartone di Cervinara, e gli archivi di stato italiani, solo per citarne alcuni.