Negato il minuto di silenzio per Charlie Kirk: uno strappo istituzionale che fa discutere

Reggio Calabria. Ha dell'incredibile quanto accaduto questa mattina nel corso del Consiglio Comunale di Reggio Calabria, convocato eccezionalmente a Palazzo Alvaro per via dei lavori all'Aula Battaglia di Palazzo San Giorgio.
All'inizio della seduta il consigliere Massimo Ripepi aveva chiesto di osservare un minuto di silenzio in ricordo di Charlie Kirk, giovane attivista conservatore americano assassinato qualche giorno fa nello Utah, con un colpo d'arma da fuoco alla gola durante un comizio universitario. Una richiesta semplice, simbolica, di rispetto per una vita spezzata.
La reazione dell'Aula, però, è stata sorprendente. Nessuna risposta immediata. Al contrario, il consigliere Giuseppe Marino ha proposto di sospendere la seduta per dieci minuti in relazione allo sciopero generale in sostegno a Gaza. Una pausa che Ripepi ha letto come un "tempo di riflessione" concesso a sindaco e presidente per decidere sul minuto di silenzio. Ma al rientro in aula la comunicazione è stata netta: il minuto di silenzio non si terrà.
Una motivazione, riferita dal presidente Marra, che lascia perplessi: "Kirk non era un uomo delle istituzioni". Argomento debole, considerando che in passato simili gesti di cordoglio sono stati concessi per figure non istituzionali, in Italia e a Reggio Calabria.
Il punto è proprio questo: un consiglio comunale non è la sede di un partito, né di una sola ideologia. È l'organo rappresentativo di oltre 150.000 cittadini, con sensibilità diverse e spesso contrapposte. Negare un minuto di silenzio a un giovane ucciso per le sue idee politiche significa trasmettere l'idea opposta: che la sala consiliare sia diventata luogo di discriminazione ideologica.
E qui nasce la contraddizione. Spesso la maggioranza che guida la città denuncia presunti atteggiamenti autoritari o discriminatori altrui, richiamando lo spettro del fascismo. Ma allora, negare un minuto di silenzio in memoria di un ragazzo assassinato per le sue convinzioni politiche, cos'è? Non è anch'esso un gesto autoritario, ipocrita e profondamente divisivo?
Il consigliere Marino, in un passaggio esplicito, ha ammesso che la decisione era legata alle idee di Kirk. Una presa di posizione che, più che sottolineare la forza delle istituzioni, ne mette a nudo la debolezza e il rischio di settarismo.
In redazione oggi, come segno di protesta, è stato osservato quel minuto di silenzio che l'aula consiliare ha negato. Perché ricordare un morto non significa condividere le sue idee, ma affermare un principio universale: la vita umana e la libertà di pensiero meritano sempre rispetto.
Andrea Ruggeri