Non dobbiamo permettere che le parole "mai più" vengano pronunciate all’infinito

19.02.2024

Perché scriviamo oggi su quest'argomento, per colpa delle dichiarazioni di quel cantante al festival di "musica" di san remo? NO, e allora? Delle reazioni spropositate degli Israeliani? Neppure. 

Della condanna del tribunale di Aia contro Israele e Hamas? Forse si e forse no.

Scriviamo perché proprio oggi il 19 febbraio 1986, Il Senato degli Stati Uniti d'America approvava un trattato che dichiarava illegale il genocidio.

Fiori in ricordo degli Armeni
Fiori in ricordo degli Armeni

Finalmente dopo il genocidio dei nativi americani, Indiani d'America, ad esatti 42 anni della nascita di questo termine, il Senato degli Stati Uniti approvava un trattato che dichiara illegale il genocidio.

Chi coniò il concetto legale di "genocidio", negli anni '40, fu Raphael Lemkin, un ebreo polacco che lavorava come giurista nell'emergente settore del diritto internazionale. "Lemkin" scrive il suo biografo Douglas Irvin-Erickson "sentiva, che le leggi di guerra esistenti erano inadeguate per affrontare le nuove forme di violenza politica che affliggevano il mondo".

Lemkin giunse infine negli Stati Uniti, dove pubblicò nel 1944 un saggio intitolato Axis Rule in Occupied Europe (Il dominio dell'Asse nell'Europa occupata, N.d.T.). In questo libro usò un termine nuovo: "genocidio", che aveva coniato nel 1942, combinando la parola greca genos (tribù o razza) con il termine latino cide (da caedere, uccidere). Sebbene in alcune culture fossero già presenti i termini per spiegare questo concetto, come la parola tedesca Völkermord (uccidere deliberatamente una razza o un popolo), Lemkin voleva un neologismo che non potesse essere rivendicato da nessun gruppo.

Ma il genocidio non fu solamente un'arma americana contro gli indiani o tedesca contro gli ebrei, ma lo è stata e lo è ancora oggi, nelle mani di quelli che pensano, di essere i potenti nel loro contesto, usando di "genocidio" contro intere popolazioni.

"Non dobbiamo permettere che le parole "mai più" vengano pronunciate all'infinito",

disse il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon tra le urla e i pianti dei sopravvissuti nel 2014, di fronte a uno stadio gremito di 30.000 ruandesi angosciati che, 20 anni prima, avevano assistito al massacro di 800.000 loro connazionali in appena un centinaio di giorni di terrore, un atto che da allora è stato riconosciuto come genocidio.

Il massacro del Ruanda è stata la prima occasione nella storia per cui un tribunale internazionale ha emesso una condanna per genocidio, un crimine la cui definizione è stata formalizzata solo all'indomani dell'Olocausto.

Nel dicembre del 1946, alla conclusione dei processi,  della seconda guerra mondiale, l'Assemblea Generale dell'ONU dichiarò il genocidio un crimine secondo il diritto internazionale. Due anni dopo, nel 1948, fu adottata la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, che definisce questo atto commesso con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso "un odioso flagello". 

Da allora, il genocidio è considerato un crimine dalla comunità internazionale.

L'ultima condanna (o quasi condanna) è di questi giorni, dopo la richiesta del Sudafrica, che già aveva sofferto di questa pratica, contro la popolazione nera, chiedendo e ottenendo la condanna del tribunale di Aia contro Israele per Genocidio contro il popolo palestinese e la Corte internazionale di giustizia ha rifiutato la richiesta di Israele di respingere il caso e imposto alcune misure di emergenza per tutelare i palestinesi dal pericolo di genocidio, una forma di dire c'è ma ci chiedono di non dirlo apertamente.

L'ONU era stata coinvolta anche nelle attività di indagine, incriminazione e giudizio di coloro che furono accusati di aver commesso genocidio durante il regime dei Khmer Rossi in Cambogia tra il 1975 e il 1979. In quei quattro anni il regime di Pol Pot avrebbe torturato e giustiziato circa 1,7 milioni di persone. Il governo cambogiano sta ancora cooperando con il tribunale, ma i progressi si sono interrotti e si è giunti ad appena tre condanne (3 condanne per 1,7 milioni di morti?)

Una cella di detenzione all'interno dell'S-21, uno dei centri di interrogatorio più tristemente noti usati dagli Khmer Rossi durante i quattro anni del loro dominio in Cambogia. Il regime è accusato di aver torturato e giustiziato circa 1,7 milioni di persone tra il 1975 e il 1979. E di aver incitato i giovani sotto i 14 anni a uccidere tutti i familiari di età maggiore, e aver spinto milioni di persone a fuggire in massa.

Con la diffusione del termine "genocidio" gli studiosi hanno iniziato a utilizzarlo per le atrocità di massa avvenute nel corso della storia, come gli omicidi di massa dei Nativi Americani o Indiani, quelli sudamericani da parte di spagnoli e portoghesi, la sterilizzazione cinese della minoranza Uyghur nel 2020 e l'uccisione da parte dell'Impero Ottomano di almeno 1,2 milioni di cristiani armeni nel 1915-1916, e dei greci e curdi in Turchia ad esempio.

Quello dei belgi ai danni del Congo con dichiarazioni del tipo "siamo in molti a considerare il crimine commesso in Congo da re Leopoldo del Belgio […] come il più grande mai conosciuto"

E poi le guerre Herero, che furono una serie di conflitti coloniali avvenuti tra l'Impero tedesco e gli Herero, i Nama e altre popolazioni locali nella colonia dell'Africa Tedesca del Sud-Ovest (attuale Namibia), avvenuti tra il 1904 e il 1908 e che portarono al genocidio degli Herero e dei Nama.

E ora dei palestinesi da parte degli Israeliani e vice versa.

Eppure, il diritto internazionale ha classificato come genocidio un numero nettamente più ridotto di atrocità di massa. Anche se la legge è chiara rispetto a ciò che costituisce un genocidio, i suoi detrattori sostengono che gli standard legali per questo atto sono così specifici da non essere quasi mai applicabili alle uccisioni di massa o alle azioni brutali perpetrate ai danni di un gruppo.

Secondo l'ONU, "L'intento è l'aspetto più difficile da stabilire… la distruzione culturale non è sufficiente, così come non lo è l'intenzione di disperdere semplicemente un gruppo", ma non in tutti i casi, a volte si costruiscono motivazioni al genocidio.

A nostro avviso, pareB che ci siano genocidi di classe A e genocidi di classe B, dipendendo dagli interessi coinvolti e questo ci perturba, e a molti fa dubitare, non avendole vissute, di molte cose del passato, stimolando radicalismi terribili e soggetti strani come i gruppi Nazisti Ebreo Ucraini e il "pericolo di genocidio" di Israele (formato per la maggior parte da Ebrei che soffrirono a sua volta genocidio, ai danni dei palestinesi a Gaza), termine con il quale la Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha emesso la sua sentenza.

Djàvlon

Fonti: wired italia; national geographic italia; Wikipedia; Norme Senato Americano; Tribunale Aia.

Ps..

Cosa ha detto esattamente la Corte internazionale di giustizia dell'Aja?

Nel suo pronunciamento, la Corte ha rifiutato la richiesta di Israele di respingere il caso presentato del Sudafrica, precisando come diverse accuse elencate da Pretoria siano plausibili. Inoltre, ha riconosciuto l'esistenza delle condizioni necessarie per imporre misure di emergenza sul caso. In particolare, i giudici hanno evidenziato come l'assenza di un intervento potrebbe mettere ulteriormente in pericolo di genocidio il popolo palestinese, a causa della drammatica assenza di aiuti umanitari e della distruzione del sistema sanitario che hanno messo Gaza in una "situazione umanitaria catastrofica".

Pertanto, la Corte ha stabilito che Israele debba prendere ogni misura necessaria per prevenire un genocidio a Gaza, proteggere i palestinesi dal rischio di genocidio fermando le uccisioni, prevenire ogni causa di dolore mentale o fisico alla popolazione, punire e prevenire qualunque dichiarazione o atto pubblico che possa incitare al genocidio e attivarsi per preservare ogni prova che possa essere utile al caso per genocidio. Israele avrà un mese di tempo per sottoporre alla Corte un report in cui dia prova di aver agito conseguentemente alla sentenza della Corte.

Noi ci limitiamo a divulgare. Il giudizio "ufficiale" di classe A o B spetta ad altri.