Perché è importante ricordare il 29 ottobre del 29
Il 29 ottobre 1929 passa alla storia come il martedì nero della Borsa, inizio della più grave crisi economica del Novecento: la grande depressione.
In realtà cominciò con il giovedì nero 24 e poi culminò con il martedì 29 (perché poi si usi "nero"questa forma razzista di descrivere il negativo, non la comprendo).
L'ottimismo degli "anni ruggenti" sembra un sogno senza fine, ma in quel giorno il risveglio fu brusco: la borsa di Wall Street crolla e trascina con sé le vite di milioni di americani e persone in Europa e nel mondo.
Era la prima avvisaglia che quelli al comando non si importavano con noi e avrebbero distrutto le economie, quando e come avessero voluto.
Ma da quel 29 ottobre sembra non abbiamo capito nulla, anzi fu li che i potenti unirono le forze per dominarci completamente.
Sulle ragioni della crisi del 1929 sussistono interpretazioni discordi. La versione di quelli che con la crisi diventarono ancora più ricchi e potenti è che le origini della depressione andavano rintracciate nel boom economico degli anni precedenti.
Negli Stati Uniti, gli anni '20, passati alla storia come "anni ruggenti", furono un periodo di grande prosperità. Il Paese forniva prestiti e capitali a molti paesi al mondo e a molti stati, disponevo di un sistema produttivo in crescita costante e di un mercato azionario che garantiva profitti rapidi e "senza alcun sforzo".
Un milione di americani giocava in borsa, traendo lauti guadagni. Basti pensare che tra il 1922 e il 1929 l'indice azionario (cioè la media ponderata del valore delle azioni) della principale borsa statunitense, quella di Wall Street a New York, passò da 63 a 381,17.
Gli speculatori li avevano convinti a investire tutto nella borsa, ma tutto cosa?
Il sistema, però, nascondeva alcune debolezze (le malelingue dicono invece che i potenti lo sapevano): anzitutto, la crescita della produttività non era compensata da un'equivalente crescita del potere di acquisto. Quel che è peggio, il mercato azionario produceva ricchezza "fittizia": ci si arricchiva con mere operazioni speculative, guadagnando denaro "irreale", non "giustificato" dalla produzione di beni e servizi, quindi compravi a rate, spendevi pensando di avere il sufficiente per generare ricchezza, ma la crisi provocò un peggioramento del tenore di vita immediato, non riuscivi più a pagare le banche, e gli istituti piccoli (quelle banche secondarie) cominciarono a chiudere e i grandi a speculare e acquisire i beni degli insolventi, diventando più ricchi e potenti. La crisi creò vaste sacche di povertà. Dalla disoccupazione, chiaramente, derivarono problemi sociali molto gravi, tra i quali l'aumentò della criminalità finanziata dalla mafia italo/americana per via della devianza giovanile. Il sistema politico americano, però, guarda caso, non fu messo in discussione, a differenza di quanto avvenne in alcuni Paesi europei, dove la povertà raggiunse livelli terribili, anzi partecipava in alcuni casi a questa situazione collegata.
Negli anni '20 l'economia mondiale era fortemente interconnessa e gli Stati Uniti erano i principali fornitori di capitali ad altri Paesi. A causa delle crisi, i capitali e le commesse di prodotti vennero a mancare e il commercio internazionale si ridusse, provocando conseguenze gravissime. Banche minori e aziende fallirono in tutta Europa (o furono fallite, visto che questo successe in misura diversa a seconda dei Paesi).
La ricchezza era in mano a pochi che non la distribuivano tra tutti.
Quindi dovuto a questo le conseguenze della depressione in Germania e in Austria, Paesi sconfitti nella Prima guerra mondiale, ma anche in Italia e Spagna dove la crisi era maggiore, determinarono l'ascesa di un forte nazionalismo, giustificato solo in parte.
In Germania fu l'emancipazione del nazismo, che incitava l'attacco agli ebrei colpevoli, secondo alcuni, della crisi mondiale e tra i pochi a beneficiarsi nella depressione.
Prima della crisi il partito nazista godeva di scarso consenso (sebbene i suoi voti fossero in crescita già dal 1928), ma la crisi fece perdere alla popolazione la fiducia nel governo democratico, spingendola a offrire il proprio sostegno ai partiti che difendevano azioni estreme. Dopo il 1929 il partito nazista andò incontro a un vero e proprio boom, che lo portò a ottenere la maggioranza relativa dei voti alle elezioni del novembre 1932.
La crisi non fu l'unica ragione dell'ascesa nazismo, ma certamente la favorì in misura significativa.
Europa, Sud America, e principalmente Usa diventarono allora proprietà di banchieri che contribuirono all'evolversi verso le seconda guerra mondiale.
I potenti appoggiatosi dei due lati della guerra erano gli stessi che in passato patrocinarono non solo la prima guerra mondiale, ma molte altre e che dopo il conflitto si unirono nel gruppo di Bilderberg (detto anche conferenza Bilderberg o club Bilderberg), che secondo molti non è altro che la regia dell'attuale globalismo. Gli organizzatori della conferenza, tuttavia, spiegano questa loro scelta con l'esigenza di garantire ai partecipanti maggior libertà di esprimere la propria opinione senza la preoccupazione che le loro parole possano essere travisate dai media.
Censura totale quindi.
Il libero pensiero spinto da notizie e approfondimenti e l'informazione non serva a chi domina il mondo non piace.
Invece tutto il resto viene travisato da giornalisti (che non meritano questo nome), e diventa il pane di tutti i giorni, permettendo il controllo total su tutti noi, economico, politico, su temi come la salute, la famiglia ...... la vita.
Capite perché è importante ricordare il 29 ottobre del 29.
Djàvlon
Fonti: Geopop; Wikipedia; Enciclopedia della vita.