Perché la Reggina ha dichiarato adesso l’obiettivo playoff

02.03.2023

I modi e i tempi per annunciare l'obiettivo sono frutto di una strategia comunicativa che è cambiata e che arriva dopo una sconfitta (e che sconfitta).

di Consolato Cicciù per StrettoWeb

Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb
Foto di Salvatore Dato / StrettoWeb

"E' arrivato il momento di darsi un obiettivo: finora era quello di giocare bene e lo abbiamo raggiunto, siamo salvi e dobbiamo mantenere questa classifica. Abbiamo 5-6 punti sul nono posto, dobbiamo tornare a vincere e non perdere queste partite. Una squadra che vuole ambire e sognare di andare ai playoff non deve perdere terreno". Era finita da poco Cosenza-Reggina, martedì sera, e queste parole di mister Inzaghi in conferenza avevano sorpreso un po', almeno inizialmente. Il giorno dopo, poi, a bocce ferme e menta fredda, il ds Taibi ha rincarato la dose: "obiettivo playoff".

Da sorpresa a certezza: la Reggina si è sbilanciata. Come mai? E la "storiella" della salvezza, di pensare di partita in partita, del "ricordiamoci dove eravamo"? Anzi, il Presidente Cardona ha sempre fissato il 31 marzo, dopo Genoa-Reggina, come data "ufficiale" in cui scoprirsi alla tifoseria. Le parole di questi giorni, quindi, hanno un po' spaesato l'ambiente amaranto: perché adesso e perché così? Ma, soprattutto, perché non più salvezza ma playoff?

Non c'è una diversità di vedute, Inzaghi non è diventato pazzo all'improvviso e né tantomeno Taibi si è risvegliato con disturbi di personalità. I modi e i tempi per annunciare l'obiettivo, semplicemente, sono frutto di una strategia comunicativa che è cambiata e che arriva dopo una sconfitta (e che sconfitta). Ed è proprio per questo che non c'è casualità, ma una volontà ben chiara. Al di là del valore della rosa, che può essere giudicato da primo posto, da quinto, da decimo o da diciottesimo, era chiaro che finora società e mister avessero semplicemente messo le mani avanti. Con un pensiero racchiuso più o meno così: "dopo la preparazione in ritardo e qualche incognita in avvio, non fissiamo un obiettivo che non vada oltre la salvezza". A campionato inoltrato, poi, sono emersi pregi e difetti.

Senza questo periodo negativo, probabilmente, il club avrebbe davvero aspettato il post Genoa, sperando magari di mantenere la seconda posizione (che tuttavia non è ancora impossibile, seppur sempre più difficile). Le recenti sconfitte, e un po' di ridimensionamento, hanno invece stimolato la società ad armarsi di coraggio e ad annunciare in anticipo l'obiettivo, che in estate non era così scontato. Perché è vero che fino a un mese fa si sognava la promozione diretta, ma non dobbiamo mai dimenticare che il raggiungimento dei playoff (ad oggi non scontato) rappresenterebbe comunque un miracolo nella stagione attuale.

E il messaggio è anche e soprattutto verso i calciatori, semmai si pensasse che la salvezza raggiunta abbia potuto far "rilassare" qualcuno. Ora l'obiettivo sono i playoff e le responsabilità aumentano. Questo significa che arrivare decimi non sarebbe un dramma (anzi andrebbe in linea con valore totale della rosa e difficoltà estive), ma significherebbe anche obiettivo non centrato. Per questo abbiamo parlato di coraggio. Il coraggio di dichiarare un obiettivo sì alla portata, ma in un momento molto difficile. Trattasi di strategia comunicativa, appunto. Nella speranza che il campo possa dare seguito.

Chi è Consolato Cicciù?

Nato a Melito Porto Salvo (RC) il 10 dicembre 1994, ha conseguito la Laurea in Scienze della Comunicazione nel 2017. Appassionato di calcio e "malato" di Reggina, si occupa di tutte le vicende riguardanti la squadra amaranto e non solo. Ha a cuore anche temi di attualità legati al territorio e alla storia di Reggio Calabria e dell'intera area dello Stretto, che approfondisce con racconti o editoriali. Lo puoi seguire su StrettoWebb.