Ponte sullo Stretto, la memoria corta del PD: la verità sugli stop e gli investimenti al Sud

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, in visita in Calabria per sostenere il candidato collegato al suo partito, ha definito il progetto del Ponte sullo Stretto "un furto di soldi" ai danni di Calabria e Sicilia. Una dichiarazione che fa discutere, soprattutto se rapportata alla storia recente.
"Noi siamo contrari a questo progetto che è vetusto e sbagliato e pensiamo che abbia preso ostaggio 13 miliardi che meglio potevano essere subito indirizzati alle infrastrutture calabresi e siciliane che soffrono, per cui i calabresi e i siciliani già oggi fanno fatica a spostarsi". A dirlo, parlando del Ponte sullo Stretto, in un'incontro nella casa del popolo intitolata a Giuseppe Valarioti la Schlein, proprio oggi a Rosarno.
Vale però la pena ricordare i fatti.
L'ultimo stop ufficiale al progetto risale al 2013, quando il governo Monti decise la liquidazione della società Stretto di Messina S.p.A., sospendendo l'iter. Da allora, e in particolare nel periodo 2013–2018, la spesa per investimenti pubblici al Sud è rimasta fortemente compressa, come documentato da Svimez, Bankitalia e Corte dei conti.
Eppure, a fronte di quel blocco, non si è mai assistito a un programma compensativo: le risorse ipoteticamente destinate al ponte non furono dirottate su opere equivalenti in Calabria o Sicilia. Nessun "ristoro" strutturato, nessuna legge di bilancio che abbia trasformato lo stop in un'occasione per rafforzare davvero le infrastrutture del Mezzogiorno.
Per questo oggi, quando la leader del PD definisce l'opera "uno spreco di risorse", il paradosso è evidente: se davvero si trattava di soldi "buttati", allora sarebbe stato logico — dopo il blocco del 2013 — stornarli verso scuole, strade, ferrovie, porti. Ma così non è stato.
Mettere in guardia sull'uso dei fondi di coesione, che rischiano di essere sottratti ad altri interventi prioritari, è un richiamo legittimo. Ma la domanda resta: perché lo dice proprio chi, quando era al governo, non lo fece mai?
Al Sud la memoria è lunga. Le chiacchiere possono convincere per un comizio, ma la concretezza dei numeri resta scritta nei bilanci dello Stato. Come recita un vecchio detto napoletano:
"Chiacchiere e tabacchere 'e lignamm, 'o Banco 'e Napule nun ne 'mpegna".
Djàvlon