Profilattici terapeutici per detenuti?

Carcere di Pavia, distribuiti profilattici ai detenuti: polemica Osapp
Beneduci: "Iniziativa che favorisce pratiche illegali, Governo intervenga"
Distribuzione di profilattici alle persone detenute per "motivi terapeutici". È quanto stabilisce un ordine di servizio firmato dalla direttrice del carcere di Pavia, Stefania Musso, e indirizzato all'area sanitaria, al comandante della Polizia Penitenziaria e all'ufficio ragioneria. Il documento, di cui LaPresse ha preso visione, chiarisce che l'istituto ha acquistato 720 preservativi, destinati al servizio sanitario interno.
La fornitura è stata consegnata al dirigente sanitario, dottor Davide Broglia, che avrà il compito di organizzare la distribuzione attraverso le dottoresse Paola Tana e Gabriella Davide, incaricate di annotare ogni consegna. "I medici avranno cura di registrare puntualmente la distribuzione – si legge nella circolare – e sarà necessario predisporre ulteriori forniture, di competenza dell'area sanitaria".
Le critiche dell'Osapp
Sulla vicenda è intervenuto Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), che non ha risparmiato critiche all'iniziativa.
"Ben prima dell'introduzione in alcuni istituti delle cosiddette stanze dell'amore, ancora allo stato sperimentale, era già attiva la distribuzione gratuita di profilattici ai detenuti maschi per sedicenti 'motivi terapeutici'", ha commentato.
Secondo Beneduci, "apprendere di tali iniziative gratuite per i detenuti, in un'Amministrazione penitenziaria in completo dissesto, da chiudere per eccesso di spesa e assenza di risultati, non ci scandalizza. Non siamo contrari alla possibilità che possano intrattenersi rapporti affettivi tra persone dello stesso sesso. Ma difficilmente i profilattici servirebbero per pratiche di autoerotismo".
Sicurezza a rischio
Il leader dell'Osapp ha però puntato il dito contro i rischi connessi alla distribuzione all'interno delle celle:
"Quello che ci indigna – ha spiegato – è che in un sistema penitenziario dove i detenuti, soprattutto i più violenti, possono agire con una certa libertà, l'amministrazione favorisca tali pratiche senza considerare che le violenze sessuali in carcere sono in preoccupante aumento".
Oltre a questo, Beneduci ha segnalato un ulteriore pericolo: "I profilattici possono essere facilmente utilizzati per occultare sostanze stupefacenti o altri materiali nelle parti intime".
L'appello al Governo
Infine, l'attacco al vertice dell'Amministrazione penitenziaria e al Ministero della Giustizia:
"Di fronte a un Ministro impegnato in altre iniziative, come la separazione delle carriere, e a un Capo del Dap di cui, dopo la nomina di maggio, si è persa qualsiasi traccia, lanciamo un appello al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché si ponga fine all'indecenza e all'illegalità quotidiane che ormai dilagano nelle carceri, sempre più teatro anche di pratiche criminali".
Lascio a voi i commenti.
Andrea Ruggeri