Quelle bende tra Barcellona ed Inter

09.12.2025

Una delle tendenze più curiose che si notano oggi nelle partite di calcio, soprattutto in Spagna, è l'uso sempre più frequente di bendaggi ai polsi e agli avambracci. Un dettaglio che non sfugge ai telespettatori più attenti, che inevitabilmente iniziano a porsi delle domande. Gli stessi interrogativi se li pongono anche ex medici sportivi di alto livello.

Durante la semifinale di andata di Champions League tra Barcellona e Inter, gli occhi del pubblico non si sono concentrati solo sullo spettacolare 3-3 andato in scena al Montjuïc, ma anche su un particolare insolito: le vistose fasciature alle mani di diversi giocatori del Barcellona, baby-fenomeno Lamine Yamal compreso. Un gesto apparentemente marginale che ha però acceso il dibattito tra chi parla di semplice scaramanzia e chi sospetta qualcosa di più.

Fasciature alle mani: necessità, abitudine o strategia?

Nel calcio moderno le fasciature alle mani possono avere molteplici significati. Alcuni calciatori le utilizzano per proteggere piccoli traumi o prevenire ricadute, altri per ragioni psicologiche o rituali personali. È noto quanto nello sport la ritualità abbia un peso nella preparazione mentale.

Il problema nasce quando una pratica diventa sistematica, ripetuta e collettiva. A quel punto la spiegazione della semplice abitudine perde forza e lascia spazio a interrogativi più scomodi.

Tra i giocatori del Barcellona che negli ultimi due anni hanno fatto uso costante dei bendaggi figurano Lewandowski, De Jong, Raphinha, Gavi, Pablo Torre e Pau Víctor.

Ma il dato più significativo è un altro: anche in questa stagione la pratica non solo continua, ma si è estesa ad altre squadre, Real Madrid compreso. Un elemento che rende sempre meno credibili le giustificazioni basate su scaramanzia, simboli o casualità.

Le parole dell'ex medico del Real e le ombre che restano

A dare ulteriore benzina al dibattito è stato Niko Mihic, ex responsabile dei servizi medici del Real Madrid, intervenuto su Marca. Pur senza citare direttamente il Barcellona, le sue parole sono state tutt'altro che leggere:

"Può essere che usino i bendaggi perché stanno giocando troppo al calciobalilla e gli è venuta una tendinite… Così come si potrebbe pensare che non hanno corrotto l'arbitro Negreira. Non so cosa stia accadendo, però qualsiasi medico sa che, se vuoi ottenere un accesso venoso più rapido, è attraverso mani e polsi".

Un'affermazione grave, che non contiene accuse dirette, ma lascia chiaramente intendere scenari che vanno ben oltre una semplice prevenzione medica.

Il fatto che oggi anche diversi giocatori del Real Madrid abbiano adottato la stessa pratica complica ulteriormente il quadro. Se prima si poteva parlare di usanze individuali o "moda" interna a uno spogliatoio, ora il fenomeno appare trasversale, e quindi ancora più opaco.

A questo punto le spiegazioni si riducono sostanzialmente a due:

  • Motivazioni strettamente personali

  • Un possibile vantaggio sul piano delle prestazioni

Di certo, microinfortuni che si trascinano per due stagioni consecutive appaiono difficilmente credibili persino in discipline ben più traumatiche del calcio.

Una cosa, però, è evidente: anche quest'anno continueremo a vedere queste fasciature, e probabilmente ancora a lungo. Fino a quando non verrà fatta chiarezza in modo ufficiale, il dubbio resterà sospeso tra il campo e le tribune.

Djàvlon