Sanità in Calabria: chi ci ha chiusi in casa non può ora darci lezioni

26.08.2025

Volevo tenermi fuori da questa campagna elettorale per la Regione, pur nutrendo stima per Roberto Occhiuto. Ma c'è un limite. Vedere un candidato del M5S — uno di quelli che, durante la pandemia, ci hanno chiuso in casa, che ci hanno imposto protocolli sbagliati e un vaccino rivelatosi inutile — attaccare il lavoro fatto sulla sanità in Calabria, è qualcosa che davvero non riesco a sopportare.

Diciamolo chiaramente: se fossi un giudice, avrei già aperto un fascicolo per strage e per almeno un centinaio di altri reati legati alla gestione del Covid. E ora questi personaggi, gli stessi che ci hanno privato delle libertà fondamentali e che hanno gestito la pandemia come una crociata cieca, osano venire a farci la morale sulla sanità calabrese?

No. Questo no.

Chi ha subito sulla propria pelle l'arroganza di quel periodo, non dimentica. Certo, si può e si deve fare di più — questo vale per Occhiuto come per qualsiasi altro amministratore — ma di certo non accetto lezioni da chi ha partecipato a uno dei periodi più bui della nostra recente storia democratica.

Personalmente, ho dubbi anche su Schillaci dopo l'esclusione dei nomi per il nuovo Nitag, parlo dei membri del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (NITAG), organo voluto da privati e OMS, che sa molto di fregatura. Ma sicuramente processerei Speranza e Conte, e rimetterei in discussione molto di ciò che è stato fatto in nome della "scienza" durante quegli anni.

E se il giudizio elettorale dovesse davvero basarsi sulla sanità, non avrei dubbi: Occhiuto contro Tridico è una partita già chiusa. E vince Occhiuto.

Andrea Ruggeri