Scie chimiche o scie di condensazione? Il dibattito torna a solcare i cieli dello Stretto

20.09.2025
Le scie di condensazione dovrebbe sparire subito
Le scie di condensazione dovrebbe sparire subito

Nuovamente, nei cieli sopra lo Stretto di Messina, molti cittadini hanno notato la presenza delle cosiddette scie chimiche. Strisce bianche che restano sospese per ore, allargandosi fino a velare l'orizzonte, alimentando interrogativi e sospetti.

Il fenomeno è tornato di attualità anche in concomitanza con la Cop29, la Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, dove il tema delle emissioni aeree e dell'impatto delle scie è stato nuovamente affrontato.

La voce della gente: "Non ci prendete per fessi"

Molti abitanti dello Stretto osservano con crescente scetticismo ciò che vedono quotidianamente. "Ma a quell'ora non dovevano esserci aerei a bassa quota… e allora perché passano in continuazione lasciando scie che scendono sino a terra? La condensazione dura attimi, non ore. Ci prendete per fessi?" si chiede un cittadino, dando voce a una percezione diffusa.

L'argomento divide: da un lato, le spiegazioni ufficiali che parlano di contrails, scie di condensazione che si formano quando un aereo attraversa strati di aria fredda e umida. Anche queste, spiegano gli scienziati, hanno un impatto sul riscaldamento climatico perché intrappolano calore nell'atmosfera. Dall'altro, chi sostiene che quelle osservate siano ben più che innocui vapori.

La teoria delle scie chimiche

Secondo i sostenitori della teoria, le scie persistenti sarebbero il frutto di programmi di geoingegneria e irrorazione atmosferica con finalità non dichiarate: controllo climatico, sperimentazioni militari, riduzione dell'impatto solare o addirittura diffusione di agenti chimici.

A supporto vengono citati:

  • Rapporti CIA degli anni '60 e '70 sulla manipolazione climatica come strumento geopolitico.

  • Il documento dell'US Air Force del 1996 "Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025", che ipotizzava il vantaggio strategico derivante dal controllo del meteo.

  • Documenti emersi tramite richieste FOIA negli USA, che rivelano studi sul rilascio di particelle nell'atmosfera.

Se queste fonti non provano l'esistenza di un programma globale e clandestino, confermano però che la ricerca e le tecnologie in materia esistono e sono oggetto di sperimentazione.

Tra scienza e geopolitica: il confine sottile

Oggi non ci sono prove ufficiali di un'operazione sistematica di irrorazione atmosferica su scala mondiale. Tuttavia, esperimenti di geoingegneria vengono condotti in diverse parti del pianeta, spesso senza un dibattito pubblico e senza un quadro etico condiviso. La questione si colloca in quella "zona grigia" dove ricerca scientifica, interessi militari e potere economico si intrecciano.

In assenza di un trattato internazionale vincolante, il rischio è che decisioni con impatti enormi sull'ambiente e sulla salute vengano prese da pochi attori, al di fuori di qualsiasi controllo democratico.

"Ciò che preoccupa maggiormente è l'esistenza di siti creati per smentire immediatamente, con risposte spesso prive di riscontri concreti, i dubbi della gente. Se le scie chimiche fossero davvero un fenomeno normale, perché allora spendere miliardi per difenderle? E perché questi siti compaiono sempre ai primi posti nelle ricerche?"

Conclusioni

Al di là delle contrapposizioni tra complottisti e scettici, resta un punto ineludibile: l'opacità che circonda lo sviluppo e l'applicazione di queste tecnologie. In un'epoca in cui il clima è ormai una risorsa strategica globale, non è irrazionale pretendere trasparenza, accesso ai dati e responsabilità politica.

Le scie che attraversano i cieli dello Stretto, siano esse di condensazione o frutto di pratiche sperimentali, continuano a sollevare dubbi e paure. E la domanda dei cittadini resta semplice e diretta: "Se quello che buttano fa male alla nostra salute, flora e fauna, perché nessuno interviene?"

Masaniello Pasquino