Siamo tornati al vecchio Far West?

02.12.2025

Siamo tornati indietro di qualche anno, anzi, di qualche secolo: agli anni delle grandi rapine. E se pensate che questa storia abbia a che fare con il Sud, la Calabria o la 'Ndrangheta, siete fuori strada. Questa è solo una nuova puntata della serie "Rapine in Italia – Il Ritorno".

Per chi c'era, ieri mattina sull'A2 del Mediterraneo, nel tratto tra Scilla e Bagnara, è sembrato di assistere all'assalto a una diligenza del vecchio Far West. Ma non eravamo tra i canyon dell'Arizona: eravamo qui, tra lo Stretto e la Costa Viola. E invece della classica diligenza, a subire i danni è stato un furgone portavalori. Uno spettacolo azzardato per i nostri tempi, che però ci costringe a riflettere. E noi che le notizie le diamo pensando prima di scrivere, abbiamo deciso di analizzare la situazione con calma, senza cadere negli slogan.

Abbiamo letto tutti le dichiarazioni dei testimoni e la dinamica della rapina: strada bloccata con auto incendiate, decine di macchine fermate, la galleria disseminata di bande chiodate che hanno squarciato gli pneumatici a più di un automobilista. Sul posto è arrivato un dispositivo imponente: Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri e anche un'ambulanza, necessaria per soccorrere uno dei due autisti della Sicurtransport, poi portato in ospedale. I rapinatori, dopo il colpo, sono scomparsi nel nulla. E qui nasce la domanda: perché queste azioni continuano, e da quanto tempo?

Nonostante i successi investigativi — come la banda degli undici sardi sgominata tra Nuoro, Pisa e Bologna — le rapine non diminuiscono. Anzi, aumentano.

Eppure viviamo in un mondo in cui i satelliti fotografano una moneta in mezzo a un bosco, le telecamere sono ovunque, e i droni colpiscono un bersaglio a centinaia di chilometri di distanza. Nonostante tutto ciò, in Italia si susseguono assalti in stile western, e il peggio è che non si comprende nemmeno cosa spinga questi "cavalieri" del XXI secolo. Tolte le banconote bruciate tra Scilla e Bagnara, il bottino è stato inferiore ai due milioni: spiccioli, se divisi tra una decina o più di rapinatori. E sempre che quelle banconote non fossero segnate e quindi recuperabili.

A qualcuno, forse, dà coraggio un'altra convinzione: quella di farla franca. Viviamo in un Paese dove, talvolta, alcuni giudici condannano innocenti e liberano banditi; e questo, forse, spinge certi delinquenti a credere che la giustizia non li punirà mai davvero. Ma è qui che si sbagliano. Ed è qui che i paladini della legge devono intervenire con decisione, prima che altri — cittadini esasperati, o peggio — pensino di potersela cavare da soli.

Intanto, noi ci sentiamo sempre più insicuri.

Da Livorno a Milano, dalle Marche all'Emilia-Romagna, dalla Calabria alla Puglia, questi assalti aumentano. Ed è necessario capire perché si rischia la vita e la libertà per così poco. O siamo diventati così poveri, o il cervello di alcuni funziona benissimo per organizzare una rapina… e malissimo per comprenderne il senso.

La verità è che stiamo tornando agli assalti alla diligenza. Sperando, almeno, di non doverne assistere per troppo tempo ancora.

Andrea Ruggeri