Terremoto sullo Stretto, e tra Italia e Russia

14.03.2025

Reggio Calabria e Messina, il terremoto e la memoria dimenticata dei marinai russi

Ieri sera, alle 21:23, una scossa di terremoto di magnitudo 3.4 ha colpito lo Stretto di Messina, con epicentro in mare, a 11 km da Reggio Calabria. Nessun danno, solo un sussulto, forse un monito a non dimenticare chi, oltre un secolo fa, sacrificò la propria vita per questa terra: i marinai russi del 1908.

Il pensiero non può non andare alle recenti dichiarazioni del Presidente Mattarella in Giappone e alla replica, puntuale e tagliente, della portavoce russa Maria Zakharova. Uno scambio ormai abituale, ma che stride con la realtà: l'Italia, in Russia, è ancora oggi amata, e a Mosca la nostra cultura è celebrata con rispetto. Eppure, sembra che chi governa voglia spingere a forza un antagonismo che non ci appartiene.

La storia parla chiaro: dopo il devastante terremoto del 1908, furono proprio i marinai russi della Flotta del Baltico i primi a intervenire a Messina e Reggio, sacrificando uomini per salvare vite. Un legame antico, nato in epoca bizantina e consolidato nei secoli, che oggi sembra dimenticato. Il monumento ai marinai russi a Messina, simbolo di questa fratellanza, è un "pezzo di Russia" in Italia, un "Ponte culturale" prima ancora che quello sullo stretto e che potrebbe ancora portare benefici, se solo si avesse la lungimiranza di valorizzarlo.

Invece, si assiste a un revisionismo che cerca di ridimensionare il ruolo della Russia nei soccorsi del 1908, mentre la verità è che quei giovani marinai biondi furono "angeli venuti dal mare", generosi e coraggiosi, molto più di altri soccorritori, italiani compresi.

Forse sarebbe il caso di guardare oltre la propaganda politica e ritrovare il senso della storia. Un'amicizia secolare non si cancella con qualche dichiarazione polemica. E se la politica dimentica, il popolo di Reggio e Messina ricorda ancora.

Andrea Ruggeri