Una notizia che dovrebbe aprire tutti i TG del Paese! Ma siamo in pochi a farlo
Il governo degli Stati Uniti ha finalmente scelto di limitare i finanziamenti alle ricerche scientifiche più controverse degli ultimi decenni: quelle sul cosiddetto "guadagno di funzione" ("gain of function").
Una decisione che, sebbene passi sotto silenzio nei principali media italiani, rappresenta una svolta storica per l'etica scientifica e la sicurezza globale. Ed è bene dirlo chiaramente: questa svolta porta la firma, tra gli altri, di Robert F. Kennedy Jr. e Donald Trump. Due figure agli antipodi per molti aspetti, ma accomunate in questo caso da un coraggio politico che, al di là delle ideologie, ha segnato un punto fermo.
Come spiegato dal dottor Giovanni Frajese in diretta su RadioRadio, il "guadagno di funzione" significa alterare geneticamente virus per renderli più letali, più contagiosi, con l'intento di prevedere e studiare i loro comportamenti futuri. In teoria, questo tipo di ricerca dovrebbe prepararci alle pandemie. Nella pratica, ha aperto le porte a scenari da incubo, rischiando di scatenare pandemie che non sarebbero mai esistite in natura.
Non è un caso che si parli sempre più apertamente dell'origine artificiale del COVID-19, un tempo etichettata come teoria "complottista", oggi oggetto di indagini serie da parte di organismi governativi, CIA inclusa. Le evidenze, seppur parziali, hanno fatto vacillare le certezze costruite con retorica e censura. Ma il danno, umano ed economico, è stato colossale. Chi pagherà per tutto questo?
Per anni, le ricerche sul guadagno di funzione sono state avvolte da un'aura di impunità, protette da fondi pubblici e private fondazioni, coperte da un linguaggio tecnico che nascondeva i pericoli dietro la parola "scienza". Ma scienza senza etica non è progresso, è potere cieco. E potere cieco, lo abbiamo imparato a nostre spese, non conosce limiti né confini.
Oggi, negli Stati Uniti, qualcosa è cambiato. Finalmente. Ed è lecito dirlo con chiarezza, anche se dà fastidio a molti: grazie a Robert Kennedy Jr. e Donald Trump, almeno negli USA, questa folle corsa è stata fermata.
Non da accademici, non da commissioni scientifiche indipendenti, ma da una volontà politica che ha avuto il coraggio di mettere un freno laddove serviva.
In Italia, invece, i telegiornali preferiscono parlare d'altro. Nessun dibattito, nessun approfondimento. Silenzio. Ma il silenzio oggi è complice. E l'assenza di memoria è il primo passo verso la ripetizione degli errori.
Chi oggi continua a ignorare questa notizia — o peggio, a minimizzarla — contribuisce a mantenere in piedi quel sistema di ricerca senza freni che ha già mostrato la sua parte più oscura.
È ora che anche in Europa si apra un dibattito serio, etico e responsabile su ciò che è stato fatto in nome della scienza. E che si cominci a chiamare le cose con il loro nome.
Djàvlon