Vogliono castrare l'uomo moderno
Sulla scia del barbaro omicidio di Giulia Cecchettin il mainstream si è scatenato contro il "patriarcato", individuato come causa certa dei ricorrenti casi di violenza contro le donne.
Ogni alibi discriminatorio per "non vedere" in questa storia, è stato abbattuto, ma è la realtà?
Cioè criminalizzare il maschio.

Esiste ancora il patriarcato, specialmente nella società di oggi, o esistono uomini frustrati, forse invece mancano i padri, l'asso portante, la struttura della famiglia.
Un assurdo usare una tragedia o tante tragedie per voler modificare radicalmente la nostra società.
Capiamo il dolore della famiglia di Giulia, ma siamo sicuri, che abbiamo la necessità di educare le persone, la pos modernità non permette ai giovani, ma anche ad uomini di affrontare i veri problemi.
Purtroppo nel frattempo la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, criticata da alcuni per le sue scelte, appoggiata dalla TVe giornali Mainstream, sfoggiando simboli tipici di una certa cultura occultista che scatenano le fantasie della rete e non solo.
Per noi, ne l'una ne l'altra, opzione,ne la ragazza è una satanista, anche se ne utilizza i simboli, ne il maschio o il patriarcato possono essere etichettati di colpevoli.
Senza porci troppe domande, senza analizzare, Post come quello di Renga chiedendo scusa a Giulia, che non è il caso, dobbiamo però capire certe cose.
Con certezza la cultura patriarcale, il possesso della donna, alcune volte malato, l'ossessione, la paura della perdita è sicuramente più sottile e pesante di tutti gli alibi che di solito, per varie situazioni e non solo per queste, elenchiamo dicendo: mio figlio è un bravo ragazzo, studia, non lo farebbe mai (parole dei genitori di Filippo, il ragazzo che ha tolto la vita a Giulia), A noi? Mai succederebbe una cosa di queste. Il mio ragazzo non lo farebbe mai. Quindi mia figlia è salva. Insomma pensando così ci sentiamo al sicuro, anzi è tutto perfetto.
Magari poi non sappiamo neanche cosa pensano veramente i nostri ragazzi, chi realmente sono.
Quello che invece dovremmo fare non è criminalizzare tutti i maschi, ma parlare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, parlando di affettività ed estendere questo discorso alla società e alla scuola. Parlare dei sentimenti, del vero amore, delle conquiste e delle sconfitte.
In questo momento, il patriarcato non esiste più, i ragazzi sanno tutto, ma il problema e gestire una epoca delle emozioni, anzi forse la società è diventata troppo matriarcale, un'epoca in cui le donne sono più emancipate.
Gestire tutto questo è il difficile per l'uomo. Ma la maggior parte dei genitori non parlano con i figli, non li educano, lasciano che Tik Tok lo faccia.
Il confronto tra uomini e donne è semmai più livellato, sia sessualmente che emozionalmente a favore della donna. Lasciando all'uomo poca scelta, in un mondo che è livellato senza coscienza, dei prodotti senza nessun dialogo, più il maschile viene svirilizzato, più il femminile perde la rotta e perde la femminilità.
Comunque se in ogni casa, in ogni famiglia, tutti i suoi componenti, dai bimbi a quelli più anziani, domani, spegnessero la tv … spegnessero i cellulari e cominciassero a parlare tra loro. Con i genitori e con i figli, spezzando il silenzio intorno alle emozioni, insomma creare il tempo e lo spazio per farlo.
Questo sicuramente ci aiuterebbe a non avere figli, frustrati, ingenui, satanisti, assassini o assassinati.
Andrea Ruggeri