50° anniversario della nascita dell'AGESCI
Per chi è stato scout, lo è ancora o ha ricevuto lo spirito, un caloroso abbraccio, per chi lo usa politicamente o per cause proprie il mio più profondo rammarico.
Intanto in questi giorni a Verona oltre 18.000 capi scout e circa 50.000 ragazzi si riuniranno e stanno ancora arrivando da tutt'Italia, spero con le loro bandiere contro la guerra e a favore della vita, contro l'abominio di tutte le forme di odio per il vissuto sia di solidarietà, per aver portato i giovani verso l'esperienza di libertà, vivendo in comune accordo con le leggi degli uomini e della natura, rispettando ed essendo rispettati.
La Calabria è presente, la comunità scout qui è stata sempre molto attiva, sin dai tempi dell'Asci poi dell'Agesci, illustri scout come Calipari e Grillone hanno fatto degli scout di Reggio Calabria una vera e propria scuola, potrei citarvi anche religiosi che hanno dedicato la loro vita a questi ragazzi come Don Pensabene alla Candelora.
A Verona ci sono poi tante ragazze e una in intervista ai colleghi dell'Arena di Verona ha detto «È tutto molto bello, ma anche molto faticoso», dice la giovane capa scout calabrese, Giorgia Gerardi. «L'ambiente è accogliente. Si è sudato parecchio a fare 5 chilometri sotto il sole cocente e il terreno per le tende è un po' scomodo, ma siamo felici di essere a Verona perché quelle come Arena 24 sono esperienze formative che restano».
Oltre 20.000 tende, pochi alberi, ma il campo è stato cambiato per sicurezza, rischio di pioggia, anche se al mio tempo, io e Saro Pomillo, per un brevetto dormimmo nella neve e camminammo oltre 20 km a piedi. Partivamo per Gambarie e dopo una sosta da Donna Iolanda la donna che tramandava ai ragazzi e ai turisti le basi delle vere tradizioni locali (scomparsa 3 anni e mezzo fa), ci immergevamo nella natura, vissuta in maniera piena.
Tantissimi gli amici di quel tempo da Antonio, a Rosario, Daniela, Maria Antonietta, Filippo, Nico, Margherita, Luigi, Fortunato, Roberta, Maurizio, Walter, Sandro, Nicola e tanti altri e altre.
Andrea Ruggeri