Basta

Io non voglio vivere in uno Stato in cui le donne sono costrette a coprirsi il volto, il corpo, a essere picchiate o comandate a gesti dall'uomo.
Non voglio vivere in un posto del genere.
Ma non voglio nemmeno che vengano uccisi bambini, nati senza aver scelto nulla, in sistemi che li schiacciano prima ancora che capiscano dove sono. Perché tra quei bambini — che un giorno qualcuno teme possano diventare persecutori — ci sono anche bambine che muoiono sotto bombardamenti insensati, rpima ancora di essere perseguite dalle loro stesse famiglie.
Non voglio vivere in mezzo a chi defeca e urina per strada pur avendo a disposizione bagni, né tra chi rifiuta l'idea stessa di crescere o migliorare la qualità della propria vita.
Non voglio vivere dove una religione diventa un'arma repressiva contro chi pensa in modo diverso. Ma allo stesso tempo non posso accettare che un Paese ne bombardi un altro solo per un delirio espansionista mascherato da precetto religioso, uccidendo, devastando, e proclamandosi "giusto".
Non mi riconosco in chi protesta brandendo bandiere che dividono. La bandiera palestinese è anche il simbolo rivendicato da Hamas, così come quella israeliana, oggi, richiama nella mente di molti le immagini dei bombardamenti. Non mi rappresentano.
Non condivido nemmeno l'uso della bandiera arcobaleno delle manifestazioni pacifiste, spesso associata a rivendicazioni di genere o identità sessuali, come se pace e orientamento fossero automaticamente sovrapponibili.
Io riconosco solo una bandiera, quella della Pace. Quella invocata da Giovanni Paolo II ad Assisi, quando chiamò a raccolta tutte le fedi per unire le mani e pregare, insieme, per la fine dei conflitti. Pace non è ideologia, non è appartenenza: è un desiderio umano universale. E dovrebbe restare uno spazio comune, non un campo di battaglia simbolico.
Non odio i musulmani per un credo che non condivido, né per leggi che, personalmente, considero inaccettabili. Così come non odio gli ebrei per certe derive estreme, o perché detengono una parte enorme della ricchezza globale senza ridistribuirla, o per l'idea che siano gli unici a essere "il popolo eletto".
Ma a entrambi, lo dico con chiarezza: BASTA. Basta con guerre insensate, che porteranno solo alla distruzione totale — di uno, dell'altro, o di tutti.
E a chi vi spalleggia, spesso senza comprendere nulla ma pronto a guadagnarci, a salire sul carro di una causa che puzza di morte: siete solo opportunisti travestiti da mediatori.
Ridicoli e pericolosi.
Masaniello Pasquino