Cateno De Luca, revocata condanna

Non è una questione di stare a favore o contro, ma di accanimento giudiziario che, talvolta, supera i limiti della decenza.
Lo abbiamo visto oggi con Occhiuto, lo abbiamo visto in passato con altri politici. Questo meccanismo ha contribuito a costruire nell'immaginario collettivo la figura del politico come persona corrotta, sporca. Un'etichetta che può essere vera in alcuni casi, ma certamente non può essere generalizzata.
È di oggi la notizia della quasi totale assoluzione di Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, oggi primo cittadino di Taormina e deputato regionale.
«Praticamente assolto Cateno De Luca, nell'annosa disputa giudiziaria che lo ha visto contrapposto per anni all'ex procuratore generale di Messina, Vincenzo Barbaro», afferma il suo legale, l'avvocato Carlo Taormina.
«Sottoposto ad autentiche vessazioni, a due arresti e a incriminazioni anche per reati di criminalità pesante, De Luca ha reagito nel tempo a una campagna di stampa ostile, istigata parallelamente all'azione giudiziaria condotta dalla Procura di Messina, all'epoca diretta da Barbaro come sostituto, procuratore aggiunto e poi procuratore capo facente funzioni. Quella reazione ha trovato voce nel libro Lupara giudiziaria, in cui ha raccontato la sua personale Via Crucis e quella della sua famiglia».
Barbaro, che in passato non aveva mai reagito alle accuse pubbliche mosse da De Luca, decise di querelarlo solo dopo essere divenuto procuratore generale, chiedendo – secondo l'avvocato Taormina – «cifre spropositate per ritirare le querele, quasi a far pensare che il fine economico fosse l'obiettivo primario delle sue azioni».
De Luca ha sempre rifiutato di pagare. In primo grado, il Tribunale di Reggio Calabria lo aveva condannato a otto mesi di reclusione, con la possibilità di sospensione condizionale solo previo risarcimento di ingenti danni.
Oggi, però, la Corte d'Appello di Reggio Calabria ha ribaltato completamente la sentenza: nessun risarcimento, nessuna pena detentiva, ma solo una multa da 5.000 euro – che, tra l'altro, non dovrà nemmeno pagare grazie alla sospensione condizionale applicata.
«La Corte – precisa l'avvocato Taormina – ha sostanzialmente riconosciuto la fondatezza delle ragioni di De Luca, evidenziando l'eccessivo trattamento subito a opera della Procura di Messina. In tutti i procedimenti, infatti, è sempre stato assolto per insussistenza dei fatti. L'unico appunto rivolto dalla Corte riguarda l'eccesso verbale, che ha motivato l'applicazione della sola sanzione pecuniaria, secondo la prassi giudiziaria».
Finisce così questa lunghissima querelle con una vittoria per KO di Cateno De Luca.
«La prova definitiva? – conclude Taormina – L'assoluzione dell'editore del libro Lupara giudiziaria. Un'opera che, a questo punto, chiunque dovrebbe leggere per capire come ci si possa difendere con dignità di fronte a un accanimento giudiziario, quando questo è dettato da personalismi o da fini politici, e non dalla sola tutela della legalità nei rapporti con i cittadini».
Andrea Ruggeri