Concorso guide turistiche: il paradosso di un esame impossibile

19.11.2025

CONCORSO GUIDE TURISTICHE: IL PARADOSSO DI UN ESAME IMPOSSIBILE

COME PUÒ PASSARLO DAVVERO UN CANDIDATO?

Se non sai quanti kg di tinta ha usato Michelangelo
Se non sai quanti kg di tinta ha usato Michelangelo

L'Italia aveva bisogno di questo bando.

Lo chiedeva il settore, lo chiedevano le regioni, lo chiedevano i territori: il Paese più ricco di patrimonio culturale al mondo soffre da anni la mancanza di migliaia di guide turistiche qualificate. Le stime parlano chiaro: servono almeno 30.000 nuove guide (per oltre 7.000 comuni), oggi, non domani.

Il Ministero del Turismo ha quindi fatto ciò che nessuno aveva avuto il coraggio di fare negli ultimi dieci anni: bandire finalmente un concorso nazionale, dopo l'articolo 97/2013 e dopo la riforma della professione del 2023. Un concorso unico per tutti, con la stessa prova, lo stesso livello, la stessa selezione.

Fin qui, nulla da eccepire.

Eppure, ciò che è avvenuto il 18 novembre, giorno della prova, ha generato una domanda inevitabile:

ma chi può realmente superare un esame così?

80 domande, 500.000 e più argomenti possibili, 3 opzioni di risposta.

230.000 – 405.000 argomenti

(stima prudente e realistica)

Se includiamo anche varianti, micro-curiosità e domande più creative, come visto durante l'esame, il numero può arrivare a: 500.000+ argomenti potenziali

Un modello matematicamente insuperabile.

Il cuore della questione non è ideologico: è tecnico, matematico.

La prova prevedeva:

  • 80 domande a risposta chiusa

  • 3 opzioni per domanda

  • +0,5 punti per risposta esatta

  • –0,25 per risposta sbagliata

  • 0 punti per risposta non data

  • Soglia minima per accedere all'orale: 56 risposte corrette (70%) senza sbagli

  • Punteggio necessario aggiornato: 25/40 → equivalenti a 50 risposte corrette su 80 se si tenta tutto

Ora, applichiamo la matematica, non le opinioni.

Con 3 opzioni, la probabilità di indovinare una risposta è 1 su 3 (33,3%).
Il numero di risposte corrette seguirebbe una distribuzione binomiale:

X∼Binomiale(80,p=1/3)X \sim \text{Binomiale}(80, p=1/3)X∼Binomiale(80,p=1/3)

La media (ciò che otterrebbe un candidato tirando a caso) è:

μ=26,67 risposte corrette\mu = 26,67 \text{ risposte corrette}μ=26,67 risposte corrette

Per raggiungere il punteggio minimo servono 50 risposte corrette.

50 è a circa 4,1 deviazioni standard dalla media.
Significa che la probabilità di superare l'esame casualmente è dell'ordine di:

👉 10⁻⁵

Praticamente quasi ZERO.

La matematica è spietata: nessun candidato può superare l'esame affidandosi alla sola memoria casuale.

E qui nasce il problema serio.

Un esame non valutativo, ma selettivo a priori.

La logica di un esame dovrebbe essere:

"Verifico le competenze, promuovo chi è preparato."

La logica di questo esame è diventata invece:

"Rendo statisticamente difficile passare, così passa solo chi conosce la batteria delle domande."

E qui tocchiamo il punto più grave.

500.000 possibili domande sugli argomenti proposti.
Ma solo 240 domande usate per costruire i quiz.

Chi ha partecipato ha fatto notare una stranezza:

  • le domande sono tratte da una banca dati di 240 domande divise in 3 buste

  • le possibili materie sono oltre 500.000 locuzioni

Ciò significa che la banca dati reale è infinitamente più piccola del numero di argomenti possibili.

Memorizzare 240 domande è semplice.
Memorizzarne 500.000 è impossibile.

Ma nessun candidato ha potuto vedere le 240 domande prima della prova.
Eppure, il tempo trascorso tra la "scelta casuale" delle quattro persone (2 donne e 2 uomini volontari) e la pubblicazione effettiva delle schede è stato inspiegabilmente lungo — quando, per trasparenza, avrebbe dovuto essere quasi immediato.

Domanda legittima:

se la banca dati fosse veramente enorme, perché ci sarebbe stato bisogno di minuti di attesa?

Non è un'accusa: è una richiesta di trasparenza.

E allora chi passa? Chi dovrebbe passare? Chi è previsto che passi?

Con 30.000 candidati (e servono minimo 30.000 guide), un test del genere potrebbe essere superato da:

  • 3 o 4 persone per pura fortuna statistica

  • chi conosce perfettamente la batteria di domande reale (genio o altro)

  • chi ha avuto accesso a corsi molto specifici su domande reali possibili

  • chi ha memorizzato schemi o informazioni non pubblici

Il rischio non è immaginario: è strutturale.

Quando una prova è matematicamente quasi impossibile: allora non valuta, ma seleziona.
E seleziona non in base al merito, ma in base all'accesso alle informazioni.

Il paradosso italiano: la guida turistica deve sapere tutto.
Ma nella realtà, la professione è un'altra cosa.

Una guida turistica non è un'enciclopedia ambulante.
È un professionista che:

  • interpreta il territorio

  • traduce la cultura per i viaggiatori

  • conosce il proprio ambito operativo

  • sa gestire gruppi, lingue e situazioni

  • ha competenze storiche, artistiche, relazionali

  • si prepara ad ogni nuova sfida

Richiedere a una guida di sapere l'intera Treccani + conoscenze locali, più geografia avanzata, più legislazione completa, è una distorsione del concetto stesso di professione.

E soprattutto: non è ciò che serve al turismo italiano.

La riflessione finale: un esame così non seleziona i migliori.
Seleziona i più fortunati o chi ha accesso privilegiato alle domande.

Questo concorso non è una critica al Ministero né alla Ministra:
anzi, è un passo avanti necessario e coraggioso.

La critica riguarda come l'esame è stato progettato.

Il nostro settore ha bisogno di:

  • guide competenti

  • formate

  • preparate

  • certificate

Non ha bisogno di:

  • test impossibili

  • trappole statistiche

  • selezioni opache

  • meccanismi più simili a una lotteria che a una valutazione

In realtà, per alcuni, cioè quelli che lo fanno da oltre 30/40 anni, bastava il curricolo.

I candidati che hanno sbagliato 50 domande su 80 non sono ignoranti:
sono stati chiamati a rispondere su tutto l'universo della cultura italiana, con margini di errore pari a zero.

Chi invece farà 56 risposte corrette (o 50, secondo il nuovo punteggio)? Tre possibilità:

  • genio assoluto

  • fortuna astronomica

  • allenamento su un set di domande più ristretto del dichiarato

I numeri parleranno.
E quando parleranno, capiremo davvero se questo esame ha voluto abilitare nuove guide — o evitarlo.

Masaniello Pasquino

Ops, dimenticavo: i ragazzi del basso Crotonese, della fascia ionica, della bassa tirrenica e di Reggio Calabria sono stati convocati a Napoli, perdendo almeno due giorni di lavoro e affrontando costi e orari proibitivi solo per sostenere la prova scritta.
Eppure lo stesso esame si teneva anche a Catania, raggiungibile in giornata e con una spesa dieci volte inferiore. Nemmeno il minimo rispetto per questi veri "eroi" è stato mostrato.