Cuzzocrea si inventa un’assurda difesa della BBC

Annalisa Cuzzocrea lavora a Repubblica come inviata. Ha seguito per il giornale i principali avvenimenti politici degli ultimi anni. Nata a Reggio Calabria nel 1974, è una ragazza emigrata che si è laureata a Roma in Lingue e Letterature straniere, con una tesi sui racconti della guerra di Spagna di George Orwell e Arthur Koestler, indagando il rapporto tra verità e propaganda.
Un rapporto tra verità e propaganda che, purtroppo, sembra aver smarrito nel suo DNA, viste le dichiarazioni di parte — e di pessima scelta — che ha voluto forzare nel suo podcast Controvento, arrivando perfino a giustificare il montaggio fake della BBC. Mi permetto di ricordare che la BBC era apertamente schierata contro Trump e che quel video uscì in piena campagna elettorale. E allora mi chiedo: come può una giornalista che ha studiato proprio il rapporto tra verità e propaganda difendere un caso così evidente di manipolazione?
È disinformazione, e nemmeno rispettosa del suo stesso lavoro di laurea.
La propaganda sleale della BBC, basata su montaggi falsi e accuratamente organizzati per denigrare Donald Trump, aveva superato ogni limite. Lì almeno si sono dimessi subito. Ma in Italia? Chi si dimette per una fake editoriale scritta da una figura come la Cuzzocrea? Nessuno, ... chiaro ... mai.
Quel video, montato ad arte, è stato visto in tutto il mondo pur essendo falso. Forse dovremmo perfino ringraziare la pandemia, che ci ha svegliati su certe dinamiche. E un miliardo di dollari di indennizzo sono anche pochi, considerando i danni che ha prodotto. Testate come Repubblica, che ospitano la Cuzzocrea, riducono a "dolcetto o scherzetto" una cosa gravissima come questa, arrivando a far dire a Trump che voleva fare la guerra a Capitol Hill quando invece aveva fatto l'esatto contrario. La guerriglia la fecero i simpatizzanti di Biden, con gli enormi dubbi sui brogli per corrispondenza. copia incolla poi organizzata ai danni di Bolsonaro in Brasile.
La Cuzzocrea, anche quando dice una sciocchezza — magari mascherandola come "malizia" o "montaggio infelice" — pensa di poterlo fare perché si considera dalla parte dei buoni. Da collega, le dico: sei bravissima nell'uso della voce, tecnicamente impeccabile, ma non puoi difendere chi mente. Non puoi giustificare la menzogna come se ti fosse concesso per diritto divino. Anche detta bene, una cazzata resta una cazzata. Non sopporto la tracotanza sciocca: un giornalista che mente non può avere rispetto di sé stesso, e un giornalista che difende un altro giornalista che mente è anche peggiore.
Potevi essere una grande giornalista — ne hai capacità e doti — ma hai scelto, nella tua libertà di opinione, di trasformarla in libertà di menzogna.
Bucha e quelli che tu chiami "negazionismi climatici" non sono fake di Fox, come sostieni, ma della BBC. La manovra politica l'ha costruita proprio la TV britannica, insieme a giornali come quello in cui scrivi. Non è un attacco alla Bbc: è finalmente la verità che emerge. Ed era giusto che Repubblica parlasse di fake news quando, il 22 settembre 2017, titolava: "La disinformazione preoccupa il 79% degli utenti."
Un sondaggio della stessa Bbc, su 18 Paesi, mostrava che quasi 8 persone su 10 temevano di incappare in notizie false — soprattutto in Europa e Nord America. Guarda caso.
Tuttavia, le bugie ripetute molte volte… lo sappiamo: a forza di ripeterle, sembrano verità. E il tuo rapporto tra verità e propaganda, se lo mettiamo accanto a quel vecchio sondaggio della Bbc, mi dà pienamente ragione.
Masaniello Pasquino
