Dolcetto, scherzetto o la tradizione dei nostri morti?

29.10.2025

Certo, in fatto di marketing gli americani non li batte nessuno. Che si trovino negli Stati Uniti, o Canadà, in Argentina o in Brasile, sanno bene come trasformare ogni festa in un evento commerciale. Lo dico con cognizione di causa: ho lavorato per anni da quelle parti e ho capito che una festa come Halloween è, in fondo, solo una grande operazione di mercato

Per i fanatici, c'è persino chi arriva a parlare di riti satanici. Noi, invece, scegliamo di onorare i nostri cari che hanno lasciato questa vita, affidandoli con amore a quella eterna.

Diverso, invece, è lo spirito delle feste dei morti in Messico con il ricordo e le cene nei cimiteri o in Italia, specialmente qui al sud: qui non c'è marketing, ma passione, storia, cultura, ricordo e amore per chi non è più con noi.

Alla fine di ottobre e all'inizio di novembre, noi ci stringiamo ai ricordi, e proprio grazie a essi tornano le sagre d'autunno — tra tutte, quella della castagna, ma anche quelle dei fichi, delle noci e di tanti altri frutti della nostra terra.

Nelle pasticcerie compaiono i dolcetti dei morti (morticini o pupi di zucchero, toto' bianchi e toto' neri, frutta martorana o in siciliano marturana, senza scherzetti chiaro), e con loro riaffiorano le immagini di momenti bellissimi vissuti con papà e mamma, con i nonni e i fratelli e alcune volte i figli, che oggi non sono più qui. Ma in quei sapori e in quei profumi ritornano a vivere, come se il tempo si fermasse per un istante a farci compagnia.

E così 'U Riggitanu ha deciso di ricordare alcune sagre e di rendere omaggio, con un po' d'anticipo, ai nostri morti, e poi — per i cattolici — anche ai nostri Santi.
Magari scegliendo di dare meno spazio alle feste anglosassoni dei mostri e dei fantasmi, e un po' più valore alle nostre tradizioni, che non hanno bisogno di travestimenti per far paura o per farsi ricordare: basta il cuore, e il profumo di una castagna calda, per sentire che siamo ancora tutti insieme.

Andrea Ruggeri