Festa della Luce 2025 – Insieme a Francesco Talia

24.06.2025

La "Festa della Luce" è un'espressione che può evocare molte celebrazioni: dal Diwali indiano all'Hanukkah ebraico, fino alla Candelora cristiana. Tutte accomunate da un messaggio simbolico di speranza, rinascita, uguaglianza e pace.

Martedì 24 giugno, a partire dalle ore 16, in Piazza Valsesia a Villa San Giovanni si è tenuta la Festa della Luce 2025 – Insieme a Francesco Talia. Francesco, o semplicemente Ciccio per chi lo conosceva bene, è stato un punto di riferimento culturale e sociale per la nostra città. E noi di U Riggitanu non potevamo mancare.

Fino a quel momento, è stata una festa sentita e partecipata: un omaggio sincero a Ciccio, con stand gastronomici curati da Km 0, esposizioni di artigianato locale e un'atmosfera di condivisione. L'idea originaria era proprio questa: celebrare la luce come simbolo di comunità, uguaglianza e pace.

Ci scusiamo per la qualità delle fotografie, scattate con l'unico cellulare a mia disposizione, non particolarmente adatto.

Poi, però, qualcosa è cambiato.

Quella che doveva essere una celebrazione della vita, della speranza e dell'impegno civile si è improvvisamente trasformata in una manifestazione politica. Sono comparse bandiere, slogan, cori contro Israele (più che a favore dei bambini vittime della guerra), canti come Bella Ciao e prese di posizione No Ponte. Va detto che Ciccio stesso era contrario al ponte, ma il tono della serata è diventato sempre più divisivo, lontano dal senso simbolico e universale che la parola "luce" dovrebbe evocare.

Francesco era una persona splendida. Per alcuni, un esempio di lotta coerente e appassionata; per altri, soprattutto, un ragazzo che ha lottato con la propria famiglia per vivere, per non morire. Questo merita rispetto, non strumentalizzazioni.

Perdonate la mia franchezza, ma quando la politica entra così pesantemente in uno spazio dedicato alla memoria e alla luce, non unisce, ma divide. Non costruisce ponti, ma li rompe. Non porta pace, ma tensione. Pur condividendo l'indignazione verso ogni guerra e ogni crimine contro i più deboli, è giusto anche dire che non possiamo sostenere il terrorismo solo perché si presenta come vittima. La questione palestinese va affrontata, certo, ma con strumenti che non siano slogan o scontri ideologici che rischiano solo di alimentare nuovi conflitti.

Ciccio, la tua lotta per la vita – la tua e quella degli altri – non può diventare un pretesto per polarizzare, per schierarsi, per urlare. Spero che la tua luce possa continuare a illuminare chi cerca davvero la pace, non lo scontro.

Perché se così non fosse, la Festa della Luce rischia di trasformarsi in qualcos'altro. In una festa di fuochi pericolosi, di altre luci che nessuno di noi vorrebbe vedere.

Ho molto apprezzato le note di Fulvio Cama e la canzone L'Arcobaleno di Celentano, in omaggio all'amico Lucio Battisti, e Redemption Song di Bob Marley, canzoni che parlano di libertà, amicizia e speranza. Quelle sì, davvero luci nel buio. Le grida e le bandiere, invece, no.

Djàvlon