Dolci Fornitori di Santi

02.11.2023

In Brasile chiamano quelli che amano i dolci di "formiguinha", formichina in italiano.

Lo so perché ci ho vissuto abbastanza e se non fosse per la mia stazza, con certezza sarebbe stato il nomignolo, che i brasiliani applicano a tutto e tutti, giusto e adatto alla mia persona.

Certo un romagnolo di origine messinese, cresciuto a Reggio, non poteva che amare i dolci, ma non tutti, a me piacciono ... solo quelli buoni.

Tutto questo però non è "peccato", e anche il più puro tra i puri, infermo dell'ultima malattia che lo portò alla morte, nel luogo di Santa

Maria degli Angeli (parlo esattamente di San Francesco di Assisi), un giorno chiamò i suoi compagni e disse loro: 

«Voi sapete come Donna Jacopa de Settesoli è vivamente devota a me e al nostro Ordine. 

Credo perciò ch'ella considererà grande favore e consolazione se la informiamo del mio stato.

Domandatele specialmente che mi faccia avere del panno monacale color cenere e,

insieme, mi mandi anche di quel dolce che a Roma preparò per me più volte».

A Roma quel dolce era ed è chiamato di mostaccioli, ed è fatto di mandorle, zucchero e altri ingredienti.

Ma al sud e specialmente tra Calabria e Sicilia esistono dolci per ogni occasione, dicono ve ne siano oltre 500, tra originali e derivazioni varie, da quelli secchi alla pasticceria fine, passando da gelati, granite e un'infinità di paste e creme spalmabili, meno famose della nutella, ma totalmente fuori di testa.

In Sicilia Messina non si discute, Catania gli va dietro come il resto delle province della trinacria, ma Reggio Calabria si è sempre difesa benissimo e a onor del vero in alcuni casi ha anche superato i maestri siciliani.

In Calabria, Pizzo è famoso per il tartufo (portato da Messina e presente e copiato in oltre 50.000 ristoranti nel mondo), nel cosentino i Panicelli e la Pitta 'mpigliata dolce tipico di San Giovanni in Fiore, ma la provincia di Reggio tra nacatole, susamelle, pignolata (che potremmo chiamare dolce dello stretto) e chiaramente il torrone, compete con gli amici siciliani.

Ogni anno il miglior panettone è conteso tra loro, come la miglior granita, gelato, pignolata, babà, cannolo ecc… .

Anche l'origine del gelato e della granita contesa tra l'Aspromonte e l'Etna, idea portata dagli arabi, la sherbet, in Calabria dove i nevai (vasche per la raccolta della neve erano solo di neve fresca, divenne Scirubetta, poi sorbetto e poi gelato, in Sicilia rattata essendo i nivieri più duri, bisognava grattarla, poi granita e poi gelato.

Addirittura sembra che possa essere stata una prelibatezza nella Magna Grecia Antica.

Insomma decidere quale dolce è il migliore è difficile, ma non per me che dopo averli provati quasi tutti ho i miei favoriti, chiaro.

Il premio al tiramisù che in Calabria che mi ha fatto impazzire, anche se non è un dolce calabrese va al Ristorante la Collina di Palmi, che compete con Treviso e Tolmezzo, che ne chiedono la paternità.

Per lo meno al Tiramisù provato 3 giorni fa alla Collina da Mimma e Franco era delicato, saporito, ma non stucchevole.

Cesare, Sottozero, Fragomeni, la Bottega del Gelato, Punto Dolce, e Malavenda 1872 a Reggio, Costantino Pasticceria & Gelateria a Palmi, il Garden di Gioia Tauro e Le Chicche di Francesco Taverna a Taurianova, sono le gelaterie che preferisco. Per il gusto liquirizia aggiungerei quella di Marinella a Bagnara, ma solo per goloso amore alla liquirizia calabrese.

A Malavenda 1872, invece do la palma di pasticceria favorita, certo sono molte quelle che in un item raccolgono maggiori o uguali consensi, ma Alessandra e Giovanni, sono speciali e mettono un qualcosa in più nelle loro creazioni, seguendo una tradizione sin dal 1872, anno della fondazione da parte di Felice Malavenda, il binomio pasticceria e genuinità fa del Malavenda 1872 un marchio che ha varcato i confini della Calabria fino ad arrivare in Europa.

Un marchio premiato, decantato e apprezzato dai palati più raffinati e che fa dell'artigianalità il suo punto di forza.

E poi tornando a San Francesco di Assisi, anche Sua Santità Giovanni Paolo II era una "formiguinha" e ha avuto modo di provare le favolose torte della Pasticceria Malavenda (accompagnate da un Picolit dei Colli Orientali del Friuli, che Lui tanto amava).

Dunque per concludere, Malavenda 1872 può vantarsi di essere fornitrice, come Donna Jacopa de Settesoli di un Santo.

Andrea Ruggeri