Il Ponte sullo Stretto - Frassica e Tozzi

Frassica un po' condivide e un po' gioca con le bufale di Mario Tozzi
E noi per non umiliare il grande artista e per non farlo cadere nel ridicolo politico attuale lo abbiamo interpretato a modo suo con una certa ironia, perché "Essere contro il ponte è diventata una moda… una cosa di una certa gravidanza!"
Messina – Il geologo e divulgatore Mario Tozzi ha recentemente ribadito le sue (storiche) perplessità sul Ponte sullo Stretto di Messina, definendolo "una follia geologica, economica e culturale". Ma a far eco alle sue affermazioni, in un tono decisamente meno apocalittico e molto più surreale, è intervenuto il messinese più amato della TV: Nino Frassica.
L'attore e comico, con la sua inconfondibile ironia, ha voluto "tradurre" il pensiero di Tozzi, evidenziando – con apparente candore – l'assurdità di certe argomentazioni:
"Il ponte unisce due cimiteri, dice Tozzi. Ma scusate, allora meglio non costruirlo così restiamo divisi, vivi e felici… ma anche isolati, senza treni, senza lavoro e con le stesse case a rischio sismico. Una cosa di una certa gravidanza, insomma!"
Frassica, da sempre affezionato alla sua terra, non entra nel merito tecnico del progetto – lasciandolo ai tecnici, come è giusto che sia – ma lancia una provocazione sottile e geniale:
"Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono… e noi di questo siamo certi!"
Un modo per dire che la sicurezza assoluta, in campo scientifico e politico, non esiste. E chi la esibisce come una verità assoluta, forse ha dimenticato il dubbio, che è alla base di ogni pensiero critico.
Secondo Frassica, il dibattito sul ponte è ormai diventato ideologico, più che concreto:
"Oggi essere contro il ponte è una posizione politica, non tecnica. È diventato come dire che ti piace il vinile o il caffè amaro… Fa radical chic. Ma intanto, chi vive a Messina e a Reggio continua a perdere ore ogni giorno per fare 3 chilometri d'acqua."
E qui arriva il colpo da maestro:
"Chi va con lo zoppo impara a zappare."
Frassica non lo spiega. Ma il senso è chiaro: se continuiamo ad ascoltare solo chi dice "non si può fare", finirà che non faremo mai niente.
E infine, a chi lo accusa di banalizzare un tema complesso, risponde nel suo stile inconfondibile:
"Io non sono un ingegnere, ma neanche uno che si lava i denti con la maionese. Se c'è chi dice che non si può fare, ci sarà anche qualcuno che lo sa fare. Non è che se il ponte è lungo, allora deve essere impossibile. Anche la pizza grande si mangia a fette!"
Una provocazione leggera, ma efficace
Dietro le battute e gli slogan surreali, Frassica porta in luce un aspetto reale del dibattito: la retorica del "non si può fare" ha sostituito l'analisi costruttiva. Tozzi, con le sue argomentazioni – per quanto documentate e appassionate – sembra difendere una posizione definitiva, quasi immutabile, nonostante decenni di evoluzione tecnologica, studi aggiornati e nuovi approcci all'ingegneria antisismica.
E Frassica, col suo umorismo disarmante, sembra suggerire che l'unico vero terremoto che rischiamo di subire è quello del pensiero unico.
Caro Nino, a prescindere ti amiamo, ma andare contro il futuro e la crescita della nostra terra è come dire che "Can che abbaia non dorme."
Andrea Ruggeri