L’Arma dei Carabinieri festeggia oggi 211 anni di storia!

Celebrare un anniversario non è cosa da tutti i giorni. Oggi, l'Arma dei Carabinieri festeggia 211 anni di storia: una storia fatta di sacrifici, responsabilità, dedizione e – talvolta – anche errori.
Io che l'ho vissuta da dentro, al Tuscania, conosco la parte buona: quella del servizio, della disciplina, del silenzio operoso, dell'aiuto agli altri. Ma conosco anche, studiando la storia, quella parte dolorosa vissuta dai ragazzi del '99, mandati al fronte e puniti con la morte, anche se spaventati e feriti, si rifiutavano di combattere.
L'Arma è chiamata "fedele" non a caso. Obbedisce, anche quando gli ordini sono scomodi – come accaduto in tempo di pandemia – ma è nei gesti di coraggio silenzioso, come quello di Salvo D'Acquisto, che ritroviamo la sua vera essenza.
Ricordo anche il Libano dell'82, o i giorni tragici in cui, dopo il ritiro dei tedeschi, le truppe jugoslave invasero Trieste, Gorizia, Zara, Fiume, Pola. I Carabinieri rimasero al loro posto, coscienti che sarebbero stati travolti. Almeno 250 furono uccisi.
È questo il cuore dell'Arma: non la repressione, ma il legame profondo con gli italiani e con la Patria.
Oggi, persino i RIS vengono messi in discussione – vedi Garlasco – ma paradossalmente, proprio dagli stessi Carabinieri. Un segno dei tempi, della necessità di confrontarsi anche con le ombre, perché la verità – quando emerge – non fa male, rende più forte.
Oggi bisogna festeggiare i sacrifici, e anche chi quei sacrifici li ha pagati nel modo più duro: le vedove, gli orfani, chi ha perso un caro per mano del dovere.
A Reggio Calabria, mi fregio di avere in amicizia due persone straordinarie: Maria Battaglia Palermo e Lorena Berenice Palermo Battaglia, rispettivamente vedova e figlia di Giovanni Palermo, ucciso il 3 luglio 1998, lasciando all'Arma la sua vita e alla sua famiglia il dolore e l'onore di un'eredità difficile da portare, ma degna di memoria eterna.
Il loro esempio, fatto di dignità, silenzio e amore per il ricordo, rappresenta la parte più nobile di questo anniversario.
E anche se il mio invito non è arrivato dall'Arma, alla fine… cosa vuoi che conti essere figlio di un maresciallo e aver militato in Libano con il Tuscania?
Il rispetto per chi, per aiutarci, ha rimesso la vita, quello sì, lo avrò sempre.
Buon anniversario all'Arma dei Carabinieri.
211 anni di fedeltà, sacrificio e onore
Andrea Ruggeri