L’obbligo vaccinale su bambini e donne incinte è un’assurdità
Per Kennedy Jr e la Sanità Usa il vaccino anti-Covid a bambini e donne incinte non serve, basta raccomandarlo, a quando anche in Italia?

Borghi: "L'obbligo vaccinale su bambini e donne incinte è un'assurdità"
Kennedy, negli Stati Uniti, ha appena eliminato l'obbligo di vaccinazione anti-Covid per i minori. A commentare la svolta ai microfoni di Radio Radio è il senatore Claudio Borghi, che non risparmia critiche né agli avversari né a chi, nella sua stessa maggioranza, aveva sposato la linea degli obblighi.
«Mi è sempre parso strano che proprio il partito delle libertà—Forza Italia—si schierasse a favore delle imposizioni» osserva Borghi. «Quando abbiamo firmato l'accordo di maggioranza, uno dei paletti era lo stop a ogni forma di obbligo vaccinale: almeno su quello siamo rimasti coerenti».
Il senatore ricorda di essersi "accontentato" di quell'obiettivo, senza spingersi oltre nelle raccomandazioni. «Nel mondo la situazione è disomogenea: alcuni Paesi insistono ancora, altri no. Finora gli USA rientravano tra i più zelanti; oggi cambiano rotta».
Vedi il video qui di seguito.
«Un'ossessione per i bambini—e pure per le donne incinte»
Borghi torna su un punto che, durante la pandemia, aveva sollevato in Parlamento:
«Statisticamente i bambini, ma anche i dodicenni, quattordicenni o quindicenni, non correvano rischi seri. Continuavo a ripetere: "State attenti, vaccinare i più piccoli è assurdo". Da un lato il beneficio è quasi nullo; dall'altro ignoriamo gli effetti a lungo termine su chi ha davanti 70-80 anni di vita. Se lo somministri a un ottantenne, eventuali problemi a medio termine magari non emergeranno; su un bambino è un'altra storia».
Il ragionamento, prosegue, vale anche per le donne incinte:
«Siamo arrivati a consigliare la somministrazione persino in gravidanza. È una follia: in quel momento il corpo è già sottoposto a un delicato equilibrio—e stiamo parlando di soggetti giovani o giovanissimi. Il rapporto rischio-beneficio semplicemente non regge».
Per chiarire, Borghi usa un'immagine provocatoria: «Se un bicchiere di grappa curasse una malattia, non lo daresti a chi non è esposto al rischio solo "per sicurezza". Perché cerchiamo di fare lo stesso con i vaccini?».
Un precedente che pesa: il caso Siani
Il senatore ricorda uno scontro in Aula con il deputato democratico Paolo Siani: «Quando io chiedevo prudenza, lui mi dava dell'assassino: "Sono morti due bambini!". Peccato fossero malati di leucemia. Ignorare il rapporto rischio-beneficio è antiscientifico».
La legge Lorenzin nel mirino
C'è qualcosa che Borghi ancora rimprovera a sé stesso e al Parlamento: non essere riuscito ad abrogare la legge Lorenzin, che mantiene l'obbligo di dieci vaccini pediatrici. «Siamo rimasti praticamente soli in Europa—con Francia e forse Lituania—ad avere una coercizione così rigida sui bambini. È un'anomalia da superare».
Con la decisione americana di stralciare l'obbligo per i minori, Borghi intravede «il crollo di un totem»: «Se persino gli Stati Uniti cambiano idea, è il momento di rimettere in discussione la narrazione che ha trasformato l'eccezione in regola, soprattutto per bambini e donne incinte».
Masaniello Pasquino