La tregua della Terza Guerra Mondiale è durata meno di un pranzo di lavoro

24.06.2025

La tregua della Terza Guerra Mondiale è durata meno di un pranzo di lavoro: ora siamo di nuovo in alto mare

Dodici ore. Tanto è durata la pausa dall'apocalisse annunciata. Una tregua fragile, quasi poetica nella sua brevità, tra Iran e Israele. Poi, come da copione, sono ripresi gli attacchi. E certo, se l'obiettivo era far infuriare il presidente americano, ci sono riusciti alla grande.

Donald Trump, visibilmente contrariato, non ha usato mezzi termini:
"Non sanno che cazzo stanno facendo."
Così, senza filtri e in perfetto stile Trump, il tycoon ha tuonato contro entrambe le parti, ma riservando un trattamento speciale a Israele, reo – secondo lui – di aver infranto l'accordo praticamente in tempo reale.

"Abbiamo due Paesi che combattono così duramente e da così tanto tempo che, sinceramente, non sanno più nemmeno perché lo fanno. Non sono contento di Israele. Quando dico: 'Avete 12 ore', non significa: 'Uscite alla prima ora e sganciate tutto quello che avete'. E non sono contento nemmeno dell'Iran."

Il riferimento è all'attacco iraniano alla base americana in Qatar, che aveva preceduto la tanto sospirata tregua. Una tregua che Trump aveva annunciato trionfalmente via social e che – pare – fosse frutto di una lunga e delicata mediazione. Delicata, appunto. Come un cristallo in una lavatrice.

Trump ha accusato Israele di aver bombardato l'Iran "come mai avevo visto prima" appena il cessate il fuoco era stato concordato. E l'Iran, ovviamente, non si è fatto pregare per rispondere.

Il risultato? Una nuova escalation. E noi, che avevamo ingenuamente creduto in uno spiraglio di pace, dobbiamo rimettere tutto nel cassetto della pazienza. Quello in fondo, dietro alla speranza.

Nel frattempo, Trump ribadisce che non sarà certo bypassato da decisioni locali senza rispondere per le rime. E mentre il mondo si interroga su quanto tempo resti prima che il fuoco diventi incendio globale, resta una certezza: la Terza Guerra Mondiale è ormai un affare da social. Ma senza nemmeno la cortesia di usare i filtri giusti.

Andrea Ruggeri