Niente Sodastream solo Gaza Cola alla Coop

25.06.2025

Possiamo essere d'accordo oppure no, ma se anche i supermercati scelgono di prendere posizione sul conflitto israelo-palestinese, cosa possiamo farci?
Noi lo comunichiamo: il colosso della grande distribuzione Coop Alleanza 3.0 ha deciso di togliere simbolicamente dagli scaffali alcuni prodotti di provenienza israeliana.

Niente più arachidi, niente salsa tahina, e nemmeno i gassificatori o le ricariche della Sodastream.
Da un paio di settimane, la Coop ha invece reso disponibile la Gaza Cola, una bevanda solidale diventata simbolo del sostegno alla popolazione palestinese. La cooperativa – presente con oltre 350 punti vendita dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia, passando per Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Basilicata – ha preso questa decisione dopo un rapporto della commissione etica al precedente consiglio di amministrazione.

Una scelta fortemente simbolica, nata dalla convinzione di "non poter rimanere indifferenti di fronte alle violenze che dilaniano la Striscia di Gaza".
Per Coop Alleanza, infatti, la rimozione dei prodotti israeliani rappresenta "un gesto di coerenza con i suoi principi".

"La condanna del blocco degli aiuti umanitari destinati ai civili"
La cooperativa si schiera senza esitazione al fianco di enti, istituzioni e associazioni che chiedono l'immediata cessazione delle operazioni militari. Condanna con altrettanta fermezza il blocco degli aiuti umanitari destinati ai civili, imposto dal governo israeliano – si legge in una nota ufficiale.

Non è l'unica iniziativa a sostegno della popolazione palestinese.
La Coop ha anche aderito alla campagna nazionale "Coop For Refugees", una raccolta fondi che ha permesso di inviare aiuti ai civili in fuga dalla guerra non solo a Gaza, ma anche in Libano, Ucraina e Sudan.

E da qualche settimana è disponibile – anche online, dove il servizio è attivo – la Gaza Cola.
La bibita è frutto di un progetto lanciato nel 2023 da un gruppo di imprenditori palestinesi per finanziare iniziative umanitarie, tra cui la ricostruzione dell'Ospedale Al Karama nel Nord della Striscia. Lo slogan è: "il gusto della libertà".
Certo, la libertà vera è ben altra cosa, ma oggi gli stessi che protestano, non c'erano in quella piazza dall'inizio di questa sanguinosa guerra – che alcuni non esitavano a chiamare genocidio – oggi hanno scelto la Gaza Cola come simbolo.

Personalmente, pur non condividendo né Hamas né le posizioni dell'IDF, non considero il sostegno agli abitanti di Gaza una campagna politica.
E proprio come ieri a Villa San Giovanni, tutto ciò che trasforma una cosa positiva in questa terribile situazione, cioè in un confronto politico non avrà mai il mio appoggio.

Bevetevi la Gaza Cola, se vi va. Ma per favore, smettetela di strumentalizzare il dolore per fare politica. Chi lo fa, dovrebbe vergognarsi.

Andrea Ruggeri