Occhiuto: «Mi dimetto e mi ricandido, subito voto. Ora vediamo chi ha il coraggio di affrontarmi

31.07.2025

Un gesto che non è solo politico, ma morale. 

Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha annunciato sui social le sue dimissioni e la ricandidatura immediata, lanciando una sfida chiara: «Siano i calabresi a scrivere il futuro della Calabria».

Occhiuto, indagato per corruzione, ha parlato con la fermezza di chi sa il valore del proprio lavoro e della propria integrità:«Ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi. Voglio che siano i calabresi a dire se questo lavoro deve continuare. Chi vuole fermare la Calabria non riuscirà nel suo intento».

Nel suo messaggio ha mostrato il cantiere della metropolitana di Catanzaro, simbolo di un cambiamento in atto: «Avrei potuto portarvi anche a Sibari, Vibo, Palmi, negli aeroporti, sulla SS106… ovunque ci sono opere che stanno finalmente nascendo. Eppure c'è chi vuole fermare tutto».

Con tono diretto, Occhiuto ha puntato il dito contro chi ha usato l'inchiesta come arma politica: «Non ce l'ho con la magistratura, che deve fare il suo lavoro. Ce l'ho con certi politici di secondo piano e con chi gode quando la Calabria fallisce».

Poi la decisione: «In questa Regione per trent'anni si è seguito sempre lo stesso copione: un'inchiesta, anche senza colpe, e tutto si blocca. Io non ci sto. Non mi dimetto per paura, mi dimetto perché la Calabria merita chiarezza e coraggio».

Occhiuto si è definito uomo delle scelte, non delle attese: «In un Paese civile nessuno dovrebbe dimettersi per un avviso di garanzia, ma io so cosa vale il lavoro che stiamo facendo e so cosa valgo io come presidente. È il momento di far decidere ai calabresi».

E infine la sfida che suona come un colpo di martello: «Ora vediamo se i miei avversari hanno il coraggio di fare lo stesso, di dimettersi e affrontarmi davanti al popolo calabrese. Io ci metto la faccia, sempre. La Calabria non si ferma».

A chi domanda altro noi da votanti rispondiamo Occhiuto sta affrontando non solo una sfida politica, ma un sistema complesso che coinvolge molti altri livelli istituzionali. 

Se davvero volessimo parlare di sanità, dovremmo aprire il dossier su almeno 300 voci dove non mancano le responsabilità di comuni, città metropolitane e sindaci, ma sicuramente di altri governi, spesso con il naso dentro a veri e propri malaffari colossali.

E non è solo la sanità: ci sono errori strutturali storici, un turismo spesso gestito male fino al plagio di idee da parte di Sindaci e uomini di chiesa irresponsabili, e trasporti che da decenni sono il vero tallone d'Achille della Calabria. 

Questi non sono problemi di un solo presidente, ma di un sistema intero.

In questo contesto, Occhiuto ha fatto grandi cose per la Regione. Non si può cambiare tutto, subito e ovunque, ma basta confrontare la Calabria di oggi con quella di prima per vedere la differenza: i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Altri non sono stati capaci nemmeno di gestire un ponticello (vedi Calopinace). Occhiuto, invece, ha avviato cantieri, messo mano alle infrastrutture e aperto una strada di sviluppo. È un ottimo presidente, e quando si lavora bene il colore politico non conta: lo dicevo di Italo, lo dicevo di Scopelliti, e lo dico oggi di Occhiuto, perché i risultati parlano.

Adesso però c'è una domanda che resta sospesa: Falcomatà, che voleva fare il presidente, avrà il coraggio di dimettersi da sindaco e affrontarlo a viso aperto, o era tutto solo un fuoco di paglia?

Occhiuto il coraggio lo ha avuto e solo per aver dato a noi la possibilità di giudicarlo, merita il voto di molti.

Djàvlon